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«I politici ci guardano come marziani, come abusivi che stanno invadendo il loro spazio»

PESCARA. «Non chiamateci onorevoli, anche perché è diventata quasi una brutta parola…»

Ma in questi giorni la chiamano già così? 
«Sì, e quando lo fanno mi dà fastidio. Noi siamo cittadini che entrano nelle istituzioni e basta. Anche lei entra con me in Parlamento».
Gianluca Vacca ha 39 anni, vive a Spoltore e fa l’insegnante di Lettere e Latino. Ha fatto per due anni l’assistente universitario, parla italiano, inglese e francese. Dal 2007 è un attivista del Movimento 5 stelle, da lunedì è uno dei 163 parlamentari ‘grillini’ (109 andranno alla Camera e 54 al Senato). Comincia dunque anche per Vacca la grande avventura, insieme ad altri 4 colleghi abruzzesi (i 2 deputati Colletti e Del Grosso e i 2 senatori Blundo e Castaldi), sebbene l’ingovernabilità del Paesia sia ormai conclamata. 
Bersani potrebbe tentare di offrire agli uomini di Grillo le Camere ma loro escludono che arriverà un sì. Non interessano le poltrone, dicono. Gli ultimi due presidente della Camera Fini e Bertinotti sono politicamente finiti. Per chi crede alla scaramanzia meglio non accettare.

«CI VEDONO COME I MARZIANI»

Così dopo il giro dell’intero Abruzzo («oltre 80 incontri») si va a Roma. Li reputano da più parti «incapaci» o «impreparati» per entrare in Parlamento. Ma loro non ci stanno: «sono anni che facciamo politica sul territorio», spiega Vacca. «Abbiamo portato avanti battaglie sui rifiuti, sulla trasparenza, poi c’è stato il Vday. Ci sono tante competenze nel movimento. Facciamo rete, non siamo onniscienti. Tra i nostri ci sono ingegneri, giovani laureati, c’è un ingegnere della Nasa, il livello culturale è elevato. E diciamo pure che il livello medio dei deputati non è alto come si pensa».
Rivendicano la piazza come un fiore all’occhiello anche perchè -dice- solo tra la gente si comprendono i reali problemi del Paese.
Il rapporto con i politici navigati non sarà semplice. 
«Ci vedono come marziani», continua Vacca. «L’altro giorno ho incontrato il senatore Antonio Razzi. Dopo il mio intervento si è girato e mi ha detto: ‘ah ma allora parlate?’ Noi parliamo, sì’, gli ho risposto, ‘e anche abbastanza bene’».
«Sono terrorizzati», sostiene Vacca. «Il nostro è un modo completamente diverso di fare politica, a volte sembra di parlare con dei sordi. Ho incontrato anche Paolo Tancredi (neo deputato Pdl, ndr) e Giovanni Legnini (neo deputato Pd)… quando ho detto che abbiamo speso 3 mila euro per la nostra campagna elettorale mi hanno preso in giro. Non riescono a concepire che la politica è un’altra cosa da quella che fanno loro. Non capiscono che ci sono dei giovani che vanno in giro, attaccano manifesti gratis perché ci credono e basta e che fanno la politica come passione. Ci vedono come intrusi, gente che sta occupando il loro spazio, non sanno come comportarsi, come controllarci. Per loro siamo delle schegge impazzite, sembrano terrorizzati». 
Ma lunedì per il Movimento 5 stelle è stato il giorno del riscatto: «quando ho visto che gli exit poll ci davano al 15% alla Camera non ci ho creduto, la percezione nostra era diversissima. Le persone sono stufe, volevano una rottura con il passato e con il sistema».
Paura delle trappole degli avversari politici? «Siamo entrati in massa, saremo 150 parlamentari, siamo un gruppo forte e riusciremo a dribblare gli attacchi degli squali». In questi giorni i grillini si vedono ovunque. La senatrice aquilana Enza Blundo è andata a Radio 2, alla trasmissione Un Giorno da pecora ed è scoppiata anche la prima protesta, quella dell’Arcigay. 

«TV SI’, PROGRAMMI FAZIOSI NO»

Questa sovraesposizione mediatica non è in contrasto con i diktat di Grillo ‘Niente tv’? 
«Non è vietato andare in tv», assicura Vacca. «Tutti credono che snobbiamo la tv ma non è così, vogliamo evitare di perdere tempo. Ci è stato sconsigliato, e abbiamo sottoscritto un impegno, di partecipare a talk show faziosi». Grillo li ha avvertiti, devono stare attenti alle «trappole mediatiche». Ma la tv come strumento comunicativo «l’ abbiamo sempre utilizzata e continueremo a farlo. Poi c’è chi non ci voleva durante la campagna elettorale… il Tg3 ci ha snobbato dando spazio infinito all’Udc… e poi si è visto quanti voti hanno preso. Adesso ci chiamano, ci vogliono tutti».
Il loro stipendio, lo hanno detto decine di volte, sarà ridotto: non i 10 mila euro lordi al mese che gli spetterebbero ma 5 mila, ossia 2.500 netti. Lo definiscono «gesto simbolico»: «sappiamo che questo non salverà l’Italia ma è un segno importante: la politica si fa per spirito civico non per soldi, se lo vuoi fare lo fai, se lo fai per arricchirti allora è meglio che fai altro». 
ORA SI PUNTA A REGIONE E COMUNI
Non avranno sedi a Roma, i rimborsi (tipo alloggio nella Capitale, costi di spostamento…) li otterranno solo se certificati «non come adesso che prendono tutto quello che possono prendere». I ‘portaborse’ («li chiamiamo collaboratori, per favore?») saranno assunti regolarmente. «Non saranno precari pagati mille euro al mese, come ora».
E adesso? Le priorità abruzzesi, ammesso che il nuovo Governo riesca a muoversi? Vacca pensa subito ad un provvedimento per bloccare Ombrina Mare, poi chiarezza sulla questione di Bussi e «cercare di mettere in moto una economia virtuosa tra ambiente e lavoro. L’ambiente non deve essere un costo per la collettività ma una risorsa per l’Abruzzo». 
Il prossimo appuntamento, non lo nega, sarà anche quello di entrare nei Comuni e in Regione. «Ci stiamo lavorando già da un anno». E con l’entusiasmo alle stelle e 163 ‘onorevoli’ in Parlamento sembra quasi un gioco da ragazzi. 

Alessandra Lotti 

Primadanoi.it

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