Altra gaffe per Bonafede: "la figura dell'accusatore non esiste". Storia di un imbarazzante ministro attaccato alla poltrona
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Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha rilasciato, in un’intervista a La Stampa, un’altra perla di saggezza giuridica. Per lui la figura del pm non è contemplato dall’organo giuridico.

Il nostro guardasigilli, oltre a sbagliare nomine come quelle del Dap, pare non capirci nulla neanche in tema di giustizia. 

“Da noi la figura dell’accusatore non esiste” tuona Bonafede. “L’ordinamento prevede la figura del magistrato, il cui ruolo è terzo. Deve accertare la verità assicurandosi di tutelare i cittadini. Ecco perché sono contrario alla separazione delle carriere.” E per non lasciare spazi a dubbi precisa: Rifiuto l’idea di qualcuno che faccia l’accusatore di professione. Peraltro la separazione delle carriere di fatto esiste già. Spostarsi da una funzione all’altra è piuttosto complicato e con la riforma rappresenterà un’eccezione.”

Per il ministro, insomma, non esiste un pm. Non solo: per lui la separazione delle carriere, di cui è fermo oppositore, esiste già.

Le uscite di Bonafede non sono una novità e, dunque gli italiani dovrebbero essere coscienti del fatto che il ministero della Giustizia è in mano a un incompetente. Appena qualche mese fa, infatti, Bonafede disse la sua su un’altra questione: “Quando per il reato non si riesce a dimostrare il dolo, e quindi diventa un reato colposo, ha termini di prescrizione molto più bassi”.

Anche qui, per il Guardasigilli, quando un reato non viene riconosciuto come doloso, esso diventa automaticamente un reato colposo, portando a una riduzione dei termini di prescrizione. Siamo al cospetto, in questo caso, di una doppia versione, una dolosa e una colposa. Quest’ultima, secondo Bonafede, è automaticamente una versione più “morbida” della prima. Non solo. I termini di prescrizione vengono stabiliti non facendo riferimento alla pena massima prevista per il reato, ma alla sua natura dolosa o colposa.  

Un ministro imbarazzante anche sul piano politico. Un personaggio che arriva ad occuparsi di questioni importanti dopo che ne parlano blog e giornali.

Il caso Dap è emblematico: Bonafede nomina Basentini che, a sua volta, produce un disastro con la liberazione dei boss. Scatta lo scandalo e, nonostante tutto, Bonafede non si dimette. Anzi, promette di fare ciò che avrebbe dovuto fare dal primo secondo del suo insediamento al ministero, ovvero dal 1° giugno 2018.

Si scopre, qualche giorno più tardi, che Basentini era amico di Pucci, assistente di Conte e compagno di università di Bonafede. E il ministro si dimette? Manco per niente. Basti pensare che mentre i bossi venivano scarcerati Bonafede restava in silenzio e solo dopo un po’ è riuscito a dire qualcosa. Ma Bonafede non si è dimesso nemmeno quando, sempre l’informazione, ha scoperto che Baldi, il suo braccio destro, prometteva posti su segnalazione di Palamara. E nemmeno quando il suo capo ispettore si è dimesso per corruzione perché dava informazioni su procedimenti penali.

Per cercare di rifarsi una faccia dopo il salvataggio della poltrona grazie ai voti di Italia Viva di Renzi, Bonafede nomina capo del gap Bernardo Petralia. E anche qui il guardasigilli è stato sfortunato perché viene fuori che il magistrato chiedeva favori a Palamara voleva incontrare Legnini.

Una inutile corsa, quella di Bonafede, con cui tenta di mettere pezze su quello che la stampa racconta.

E, infatti, dopo un anno il ministro della Giustizia si accorge che c’è un problema giustizia in Italia e promette di metterci mano. “La qualità dei nostri magistrati è alta. Non sarebbe giusto fare di tutta l’erba un fascio. C’è stato un terremoto, ma la grande maggioranza di giudici e Pm porta avanti la macchina della giustizia ogni giorno.”

E subito dopo si contraddice: Ho parlato io stesso di terremoto. Aggiungo che sarebbe sbagliato considerare questa storia come un caso eccezionale che riguarda singole persone. Stiamo intervenendo in modo radicale sulle degenerazioni malate del correntismo. Ma i cittadini devono continuare a fidarsi del sistema.”

Imbarazzante. Un ministro veramente imbarazzante.

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