Spread the love

Altra importante ricerca sui neutrini al Gran Sasso. Ora chi glielo spiega alla Gelmini?

«Il superamento della velocità della luce è una vittoria epocale per la ricerca scientifica di tutto il mondo. Alla costruzione del tunnel tra il Cern e il Laboratorio del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento, l’Italia ha contribuito con uno stanziamento stimabile in 45 milioni di euro». Questo lungo tunnel, primo nel mondo, è stato scavato nella testa della bella Mariastella senza che gli scienziati trovassero tracce di cervello. E dove potevano condurre l’esperimento sui neutrini gli scienziati se non nel luogo spazio-temporale pressoché simile al buco nero? La testa della bella Mariastella ha rappresentato il miglior luogo per l’applicazione pratica di tale modello di studio e, la scelta, non è stata fatta a caso visto che, il buco nero possiede una velocità di fuga superiore a quella della luce tale, quindi, da non far fuggire da sé nemmeno la luce. Un corpo così risulterebbe quindi completamente invisibile come la materia grigia di Mariastella Gelmini. L’esperimento ha dimostrato però, che sparando un fascio di neutrini dal Cern di Ginevra, arrivano al Gran Sasso 60 nanosecondi prima della luce. Quella stella di Mariastella non stava più nelle lenti degli occhiali al punto che ha ridiffuso la nota di cui sopra, sul sito del ministero (www.istruzione.it/web/ministero/cs230911 ora rimosso però) e a cui un blogger ha risposto:«Quel tunnel l’ho percorso in Lambretta: ora capisco perché non c’erano cartelli con limiti di velocità».

NUOVO ESPERIMENTO UTILIZZANDO DONATO DI MATTEO

Dopo il più che soddisfacente risultato ottenuto con la bella Mariastella gli scienziati si sono spinti oltre. La sfida questa volta è stata quella di comprendere se i neutrini potessero cambiare sapore e quindi concentrarsi su un altro dei cinque sensi: il gusto. Il team di ricercatori si è ritrovata sulla scelta dell’esponente del Pd Donato Di Matteo per riportare al centro dell’attenzione l’Abruzzo con un uomo politico di peso. L’esperimento internazionale Opera ai Laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare del Gran Sasso ha osservato per la terza volta un neutrino che ha cambiato “sapore”. Partito dal Cern di Ginevra come neutrino dal sapore “muonico”, e’ arrivato sotto il Gran Sasso come “tau”. Un evento rarissimo, che si e’ verificato solo altre due volte, nel 2010 e nel 2012. L’esperimento internazionale Opera (140 fisici da 28 Istituti di 11 Paesi) e’ stato costruito proprio per trovare questo evento rarissimo. La sua osservazione consente di spiegare un’anomalia che da oltre 40 anni interroga gli scienziati: il fatto che dal Sole e dalle altre stelle sembrano arrivare molti meno neutrini di quanti ne siano previsti

Questi “neutrini spariti” sarebbero in realta’ quelli che hanno oscillato trasformandosi in un sapore diverso. L’esperimento Opera, sfruttando l’orientamento verso il Cern di Ginevra e sulla pancia del Di Matteo di circa 730 chilometri, grazie alla bassissima probabilita’ d’interazione con la materia grigia, i neutrini arrivavano al gigantesco rivelatore Opera (oltre 4000 tonnellate, circa 2000 m3 di volume e nove milioni di pellicole fotografiche) dove vengono osservate alcune di queste particelle, solo le pochissime che si riescono a catturare. I neutrini si manifestano in natura sotto forma di tre tipi, chiamati “sapori”: elettronico, muonico e tau. Opera cerca i neutrini tau sapendo che in partenza dal Cern i neutrini sono tutti muonici. Trovare neutrini di un altro “sapore” comporta la prova dell’esistenza dell’oscillazione durante i 730 chilometri di viaggio. Dopo i primi neutrini arrivati al Gran Sasso nel 2006, l’esperimento ha preso dati per cinque anni consecutivi, dal 2008 al 2012. Nel 2010 si e’ osservato il primo tau e nel 2012 il secondo. L’arrivo del terzo neutrino tau, per il responsabile internazionale dell’esperimento, Giovanni De Lellis, dell’Universita’ Federico II e dell’Infn di Napoli “e’ una importante conferma delle due precedenti osservazioni. Questo evento ha caratteristiche che lo rendono inconfondibile con altri processi. L’osservazione di tre neutrini tau, anche dal punto di vista statistico, mostra l’evidenza delle oscillazioni di neutrino nel canale muone in tau. L’analisi dei dati proseguira’ ancora per due anni alla ricerca di altri neutrini tau che possano definitivamente provare questo fenomeno rarissimo”. Grazie Donato.

 

di Antonio Del Furbo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Segnalaci la tua notizia