Altro blitz contro il clan dei Casamonica. La Polizia di Stato, su richiesta della Dda di Roma, ha eseguito ieri 20 ordinanze (15 in carcere e 5 ai domiciliari) e un sequestro di prevenzione da 20 milioni di euro dando un altro colpo ai Casamonica.
Le accuse sono per tutte di mafia. Oltre settanta i capi di imputazione, tra cui una trentina di episodi di usura ed estorsione e cinquanta di esercizio abusivo dell’autorità finanziaria. Reati che ai Casamonica garantivano un controllo assoluto del territorio, la Romanina, definito il loro “quartier generale”.
I collaboratori
Tra i collaboratori che hanno aiutato un’indagine che ricostruisce 20 anni di storia della famiglia, ci sono ex mogli di componenti del clan. Un clan che, come hanno spiegato gli inquirenti, è autoctono, tanto da autoproclamarsi difensore di Roma dalle mafie straniere.
Le famiglie
Nel filone d’inchiesta sono finite due famiglie: quelle di Ferruccio Casamonica e di Giuseppe Casamonica. “È un branco, si aiutano sempre”, ha detto una delle collaboratrici. Il tribunale ha disposto anche un contestuale sequestro da 20 milioni di euro, per i magistrati il loro patrimonio era alla base del loro potere sul territorio.
Le intercettazioni: “Noi proteggemo Roma”
“Je da fastidio perché noi proteggemo Roma”. A dirlo è Guido Casamonica, figlio del boss Ferruccio, che si lamenta dei provvedimenti giudiziari emessi nei confronti di altri membri del clan della Romanina, periferia della Capitale. Secondo lui – spiegano gli investigatori – l’annientamento del sodalizio è finalizzato a consentire alle organizzazioni forti di mettere le mani sulla città. “Devono far entrare… Devono far entrare… Organizzazioni forti a Roma ecco perché ce vonno distrugge a noi!! La Camorra e la Ndrangheta”. Viene specificato, inoltre, che la presenza dei Casamonica sul territorio consente di proteggere Roma, sottraendo conseguentemente la città al controllo dei clan camorristici e delle cosche calabresi. “Perché i Casamonica proteggono Roma ..invece hanno stufato… i napoletani vonno entrà…la camorra vò entrà a Roma e i calabresi vonno entrà a Roma”. E ancora: “Senti… mo scenno lo sai dove te butto io a te?? Mo te darei na bastonata in testa.. te spaccherei la testa!!… le mascelle te romperebbi io!!”. A dirlo Ferruccio Casamonica ad una delle sue vittime di usura.
Sequestrate case, ville e società
Il Tribunale di Roma ha disposto il sequestro di 7 unità immobiliari site in Roma, tra cui le ville di Via Flavia Demetria 90 e Via Roccabernarda 8, il villino di Via Lunano 25 ed altri siti a Monterosi (VT) e San Cesareo (RM); quote di 5 società di capitali; quote di 1 società di persone; 1 ditta individuale; interi complessi aziendali di cui una stazione di servizio, sita in San Cesareo, e un bar tabacchi, ubicato a Montecompatri (RM); 1 contratto di concessione del godimento di un complesso immobiliare, con diritto di acquisto ai sensi del D.L. 12/9/2014 n. 133 (rent to buy); 140 rapporti finanziari con vari Istituti di credito.
Tra i beni immobili sequestrati anche la villa di via Roccabernarda 8. Si tratta di un unico immobile nella roccaforte storica della famiglia Casamonica ancora in possesso del clan e situato nella adiacenze delle due ville di via Roccabernarda n. 15 e n.14/16. Le altre due ville di via Roccabernarda, già confiscate nel 2009 a Giuseppe Casamonica, sono state destinate dalla Regione Lazio a parco pubblico denominato “Il parco della legalità” e a centro polivalente dell’Associazione nazionale Genitori Soggetti Autistici. Il provvedimento è stato emesso, ai sensi del testo unico Antimafia, per la prima volta su proposta congiunta del Procuratore della Repubblica di Roma e del Questore della provincia di Roma, secondo una strategia avviata su impulso del Servizio Centrale Anticrimine in tutto il territorio nazionale.