Nuovo nulla di fatto nella Commissione di Vigilanza Rai, riunita questa mattina per l’ennesima volta. L’obiettivo era di votare il nome del nuovo presidente della TV pubblica.
Commissione di Vigilanza Rai ancora bloccata: ottava seduta senza quorum per eleggere il presidente. Anche stavolta, la seduta è andata deserta per l’assenza del numero legale: erano presenti soltanto Stefano Graziano (Pd), Maria Elena Boschi e Anna Maria Furlan (Italia Viva), e Maurizio Lupi (Noi Moderati).
È la quarta settimana consecutiva e l’ottava volta in totale che la votazione salta. Alla base dello stallo c’è la decisione della maggioranza di non partecipare alle sedute. Ciò in risposta alla mancata convergenza con le opposizioni sul nome di Simona Agnes, indicata da Forza Italia.
L’impasse paralizza da mesi il lavoro della Commissione, organismo incaricato di sorvegliare l’operato della Rai. Da tempo, neppure le attività ordinarie vengono più discusse, nonostante i ripetuti appelli della presidente Barbara Floridia (M5s).
I lavori
Durante la seduta, le opposizioni hanno rivolto un nuovo appello ai presidenti di Camera e Senato affinché intervengano per risolvere la situazione. “La maggioranza – ha accusato Stefano Graziano (Pd) – sta facendo ostruzionismo su se stessa, impedendo alla commissione di operare. È gravissimo che l’intero organo sia tenuto in ostaggio”.
Anche Italia Viva si è unita alla protesta, con Maria Elena Boschi che ha ironizzato: “Il Conclave impiegherà meno tempo per eleggere il prossimo Papa, rispetto al Parlamento che dovrebbe indicare il presidente Rai, figura che per legge richiede una legittimazione delle Camere”.
L’iniziativa ha trovato sostegno anche da M5s e Alleanza Verdi e Sinistra. “Come opposizioni – ha aggiunto Graziano – abbiamo inviato una lettera ai presidenti di Camera e Senato: quello in atto è un ricatto politico, un pericoloso scivolamento verso pratiche autoritarie. Va sbloccata subito, è uno scandalo”.
Marco Grimaldi (Avs) ha proposto un incontro tra i presidenti delle Camere e quelli della Commissione di Vigilanza, definendo il blocco di oltre sette mesi come “un boicottaggio politico che priva la Rai, e quindi i cittadini, di un presidio essenziale del pluralismo, tanto più in un periodo sensibile come quello referendario”.
Infine, Gaetano Amato (M5s) ha ribadito che “l’atteggiamento della maggioranza rappresenta una minaccia alla democrazia e alla libertà d’informazione: costringere le opposizioni a subire questo tipo di ricatto è inaccettabile”.