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Il reddito percepito dalle famiglie italiane per l’anno 2012 è stato di 29.426 euro, ovvero 2.452 euro al mese. Non per tutti è stato così.

La distribuzione dei redditi è, in effetti, asimmetrica ciò da generare, per la maggioranza delle famiglie, un reddito inferiore all’importo medio. Il valore mediano, cioè il livello di reddito che separa le famiglie in due metà uguali, fornisce il dato secondo il quale il 50% delle famiglie residenti in Italia ha messo in tasca appena 24.215 euro (2.017 euro mensili). L’indagine è stata condotta dall’Istat fornendo un altro dato inquietante: i redditi sono in diminuzione.

Il reddito netto familiare del 2012 è rimasto pressoché stabile rispetto a quello dell’anno precedente; se, tuttavia, si tiene conto della dinamica inflazionistica (che nel 2012 è stata pari al 3%), in termini reali il reddito risulta in diminuzione. Redditi mediani più elevati si osservano per le famiglie settentrionali; quelle che vivono nel Centro e nel Mezzogiorno mostrano livelli pari, rispettivamente, al 96% e al 74% di quello delle famiglie residenti al Nord. Il reddito mediano, oltre che nel passaggio da Sud a Nord, cresce all’aumentare del numero di percettori e dipende dalla tipologia della fonte principale. I nuclei monoreddito hanno 16.329 euro. Il reddito mediano ammonta a 29.224 euro tra le famiglie con fonte principale da lavoro dipendente, valore che scende a 28.659 euro per quelle con reddito da lavoro autonomo e a 19.054 euro per quelle che vivono prevalentemente di pensione o trasferimenti pubblici.

Per gli anziani soli il reddito arriva a 13.924 euro (appena sopra i mille euro mensili), di oltre 3 mila euro inferiore a quello dei single in eta’ attiva (17.041 euro). Le coppie con a capo un anziano percepiscono un reddito mediano più basso (circa 6 mila euro in meno) rispetto a quello delle coppie più giovani (22.879 contro 29.186 euro). Le coppie con tre o più figli è pari a 33.128 euro, più basso di quello delle coppie con due figli (35.201) e per quelle con un solo figlio (34.481). Una differenza negativa dovuta alla maggiore diffusione delle famiglie con almeno tre figli nelle regioni meridionali, dove i redditi sono mediamente più bassi. 

L’Istat dice anche che c’è una forte ripresa di fiducia delle imprese: l’indice è salito ad ottobre a 89,3 punti dagli 86,9 di settembre. Il clima, quindi, migliora in tutti i settori: manifatturiero, dei servizi, delle costruzioni e del commercio al dettaglio.

ZdO

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