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Ne è passata di acqua sotto i ponti da quei giorni in cui mister Ezio Mauro, direttore di Repubblica, quotidiano della famiglia De Benedetti, tuonava contro ‘Re Silvio’ con le sue ‘mitiche’ dieci domande. Oggi, qualcuno, ha pensato di riformurarle a lui.

L’assoluzione di Silvio Berlusconi, com’era facilmente prevedibile ha portato sconquasso (se ce ne fosse stato ancora bisogno) nella politica e, soprattutto, tra le tifoserie. Da una parte i fedelissimi di Silvio che non hanno perso nemmeno un minuto nel parlare di magistratura rossa, dall’altra i soliti manettari che hanno puntualizzato, analizzato, accusato. Insomma la solita caciara di bocche che vanno un po’ dove li porta il cuore. E il portafogli. La verità, questa sconosciuta, dov’è? Chissà. In genere secondo ‘il duro e puro’ è sempre dalla parte della toga e di chi annuncia il loro verbo. Guai a tirare in ballo il ‘manetto-giornalismo’: loro danno notizie e non devono essere criticati. Però, forse, se i giornalisti in questi ultimi venti anni hanno contribuito a far cadere governi e amministrazioni entrando a gamba tesa nella sfera della discussione politica, qualche danno lo hanno fatto e per questo devono anch’essi essere ‘massacrati’ per giungere alla verità storica dei fatti.

Ad esempio il Garantista ha stilato qualche domanda proprio a Ezio Mauro che all’epoca organizzò la ‘crociata’ contro Berlusconi ponendogli le famose 10 domande. Il direttore voleva sapere a tutti i costi dove l’ex premier conobbe la Famiglia Letizia e se frequentava minorenni. Alle dieci domande seguirono editoriali di Eugenio Scalfari, gli articoli infiniti di Giuseppe D’Avanzo e a seguire quelli di Curzio Maltese, Francesco Merlo, Adriano Sofri e Gad Lerner. Una vera e propria campagna mediatica. Tutto perché la notizia era rilevante?

 

Le dieci domande del Garantista a Ezio Mauro

1 Quando ha deciso di scatenare il Ruby-Gate, e cioè uno scandalo sessuale, con toni sanfedisti, come non se ne vedevano dagli anni Cinquanta?

 

2 L’obiettivo dello scandalo era solo il presidente del Consiglio, o tutta la cosiddetta casta ?

 

3 Saprebbe quantificare quanto è costato al Paese, in termini politici, la sospensione della regolarità democratica dovuta allo scandalo Ruby e alla sua spettacolarizzazione?

 

4 E in termini economici?

 

5 Quando ha deciso di utilizzare tutta la forza editoriale e mediatica del suo giornale per sostenere lo
scandalo, aveva già in mente il nome di Monti alla presidenza del Consiglio?

 

6 Il governo Monti è stata una sua idea o gliel’hanno suggerita quelli che si chiamano i “poteri forti”?

 

7 Esattamente, quali poteri forti?

 

8 In questa campagna ha contato molto il parere del suo editore De Benedetti?

 

9 Lei che aveva sostenuto Bill Clinton e la sua privacy al tempo del Monicagate, ha impiegato molto tempo a cambiare del tutto opinione e a sostenere Bocassini nel Ruby-gate?

 

10 Essendo lei (assieme a Travaglio, a Boccassini e a Bruti Liberati), il protagonista assoluto del Ruby-gate lo sconfitto in tribunale, pensa di lasciare la direzione del suo giornale?

ZdO

 

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