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L’indagine è quella riferita alla bancarotta in cui sarebbe coinvolto il padre di Matteo Renzi. La svolta arriverebbe proprio per nuove evidenze investigative confezionate dal tribunale di Firenze. Lo stesso che ha ordinato l’arresto di Tiziano Renzi, Laura Bovoli e del vecchio socio Mariano Massone.

“Se ci sono elementi nuovi non solo possono ma devono essere riaperte” conferma il procuratore di Genova alla Verità.


La vicenda è quella riferita al crac della Chil post, società dei Renzi ceduta a Massone nel 2010 e con un forte indebitamento. Una bancarotta per cui venne indagato anche Tiziano Renzi, appunto, ma che nel 2016 portò all’archiviazione. Andò diversamente, invece, per Massone che patteggiò 26 mesi di pena per bancarotta fraudolenta. Il suo socio, Antonello Gabelli, patteggiò 22 mesi. Gabelli fu scelto da Tiziano Renzi come amministratore della Chil post alla vigilia della cessione e prima ancora era stato messo nella Arturo srl di Tiziano. E lavorò anche alla Delivery service Italia, ovvero la coop che, lunedì scorso, ha portato i Renzi agli arresti.

L’ex manager “ha riferito che Tiziano Renzi gli propose di collaborare con la sua società Chil, successivamente poiché la società di Renzi, Chil, aveva perso l’appalto per la distribuzione agli abbonati del Secolo XIX ed aveva quindi difficoltà a pagare il suo stipendio. Tiziano Renzi gli propose di rientrare nella società di Massone denominata One post assicurandogli il suo diretto intervento per ricucire i rapporti con Massone.” Dunque Gabelli è stato assunto dalla One post come quality manager e, pur essendo stato assunto dalla One post, si occupava anche della Delivery descritta come ” la società cooperativa con all’interno tutti i dipendenti che svolgevano la funzione di distribuzione per le società di Massone e di Tiziano Renzi.

Tutte e tre le società fallirono negli anni 2012, 2013, 2015.

Come riporta la Verità le aziende dei Renzi e dei Massone erano un unico soggetto circondate da coop cuscinetto su cui scaricare i problemi. One post, Eukos, Chil e Mail service sono società che hanno intrattenuto i rapporti in maniera concreta con i clienti come Carrefour, Conad ed Euronics. Proprio per questo motivo queste società capofila  non avevano alle dipendenze i distributori. Tiziano e Renzi e Laura Bovoli avrebbero creato cooperative al fine di svolgere il lavoro operativo concentrando tutte le criticità su queste e lasciando “pulite” le società capofila.

La Procura di Cuneo nel 2016 aveva inviato a Genova una ricca documentazione in cui si evinceva un contratto di distribuzione della posta non indirizzata per un valore di 500mila euro l’anno, trasferito dalla Chil post a una ditta piemontese su indicazione di Tiziano Renzi. “Credo che quelle carte pare siano state acquisite nell’ambito di quell’approfondimento investigativo” spiega il procuratore Cozzi. Curiosamente a Genova è arrivata l’archiviazione e a Firenze gli arresti.

 

 

Di admin

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