Fare cassa dopo la pandemia: il piano governativo tra prelievo forzoso e tasse
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Non c’è emergenza sanitaria o lockdown che tenga: lo Stato ha bisogno di soldi e se li prende, costi quello che costi. Il governo va spedito come un treno e attingerà dalle casse degli italiani per restituire tutti i soldi dati in prestito. Non solo: a batter cassa sarà anche l’Unione Europea.

E così, nel mirino per recuperare liquidità ci sono i tre beni più importanti degli italiani: casa, reddito fisso e risparmi.

Recovery Fund

Il Recovery Fund europeo sarà come un boomerang: dei 172 miliardi che riceverà il nostro Paese, di cui 82 a fondo perduto, più della metà (90 miliardi) andranno restituiti con gli interessi fino al 2058. Tra i vincoli di questa restituzione, sottolinea Il Giornale, “figura anche un prelievo fiscale extra di 20-30 miliardi di euro l’anno a carico dei bilanci delle grandi aziende”.

Carcere a chi è in difficoltà per pagare le tasse. Arriva anche il prelievo forzoso sui Conti correnti

Come riporta LaVerità, il debito pubblico è ormai arrivato 36 miliardi di euro ed il lockdown, da solo, ha fatto scomparire altri 26 miliardi di entrate. Come se non bastasse, i Comuni hanno denunciato perdite per 9 miliardi. Insomma, le tasse bussano alla porta ma nessuno lo dice. È evidente che se lo Stato non interverrà, gli enti locali avranno soltanto due alternative: aumento delle imposte e taglio dei servizi. Un allarme che aveva lanciato anche il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico che a marzo aveva dichiarato che “fino a maggio non c’è problema di liquidità”. Dunque, con luglio alle porte, il problema adesso c’è, eccome.  

Arriva il prelievo forzoso sui conti correnti

Prelievo forzoso

In quest’occasione si potrebbe ricorrere ad un prelievo come accaduto Come nel 1992 con il governo Amato. E proprio Romano Prodi crede che la strada da seguire sia questa, assieme a quella di accettare il Mes. In più, il democratico Graziano Delrio ha proposto una supertassa solidale da applicare ai redditi superiori agli 80 mila euro per il biennio 2020-2021. Insomma, tra un’imposta e l’altra il governo potrebbe “raccogliere” circa 30 miliardi.

Il governo Amato, 28 anni fa, prelevò dai conti correnti degli italiani il 6 per mille ma che oggi potrebbe arrivare al 10 per mille. Considerando che i depositi in banca ammontano a circa 1.500 miliardi, con il 10 per mille verrebbero prelevati dallo Stato circa 15 miliardi.  

“Fu un male necessario”, disse anni dopo Amato per spiegare il motivo di quella scelta. L’Italia si trovava in una situazione di emergenza della finanza pubblica simile a quella di oggi con un debito pubblico che corre verso il 160% del pil e alta disoccupazione.

Le addizionali

Le probabili tasse potranno portare aumento delle addizionali, cioè le imposte sulle successioni e donazioni, la Tari, le addizionali comunali e regionali, l’imposta di soggiorno, sulla pubblicità e sull’occupazione del suolo pubblico. E poi ancora c’è la ‘green tax’ sulle emissioni di Co2 ed il tributo su giochi e lotterie.

Soltanto l’Irpef porterebbe nelle casse dello stato circa 4,5 miliardi di euro ma non da sola: si metterebbe mano anche alla tassa di soggiorno, un’entrata importante soprattutto per i Comuni in dissesto che frutta ogni anno circa 450 milioni di euro.  

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