Matteo Renzi e Marco Carrai. Fondazione Open
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La polemica politica (e giudiziaria) sulla vicenda della fondazione Open non accenna a placarsi. E Matteo Renzi continua il contrattacco: “Alla procura di Firenze chiedo di indagare, perché non ho niente da nascondere””.

Renzi lancia la sua bordata da Pistoia alla convention di Italia viva in riferimento all’inchiesta sulla fondazione Open, la cassaforte renziana chiusa nel 2018. E poi aggiunge: “ma anche io ho presentato una denuncia venerdì per sapere chi ha diffuso documenti relativi al mio conto corrente bancario e allora chiedo di indagare anche su quello”. Renzi vuole conoscere gli autori della diffusione dei suoi dati sensibili e fa tre ipotesi: “La Banca d’Italia, non credo proprio. La procura di Firenze, la escluderei perché indagherebbe Genova. La guardia di finanza…” . Il leader di Iv chiede al procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo di indagare per perseguire la fuga di notizie: “Domando di sapere chi sono i responsabili della fuga di notizia. Mi affido al dottor Creazzo di perseguire la fuga di notizie. Credo nella giustizia, credo nel dottor Creazzo”.

Creazzo e Turco, i pm della fondazione Open denunciati per le loro attività

Sui finanziamenti Renzi spiega: “Tutti i finanziamenti sono stati fatti con bonifico, sono tutti tracciabili”. “Se qualcuno ha fatto reati giudicatelo, ma non potete considerare la Leopolda un reato perché la Leopolda è politica. I politici rispettano la magistratura ma la magistratura deve rispettare l’autonomia della politica”.

Sotto attacco della magistratura

Renzi difende la Leopolda e sottolinea il fatto di essere sotto attacco della magistratura: “Vogliono giudicare non sul reato ma su cosa è la Leopolda. Non tocca ai magistrati decidere cosa fosse la Leopolda. Ve lo diciamo noi cos’è la Leopolda: è la più grande manifestazione politica degli ultimi dieci anni, di donne e uomini che credono nella politica e se la sono finanziata per il loro tempo, per la loro passione”.

In 400 a Pistoia

In quattrocento si sono ritrovati in un vivaio pistoiese scelto per presentare in Toscana Italia Viva. Nella grande serra, completamente gremita di sostenitori ed esponenti di Iv, c’erano Ettore Rosato, vice presidente della Camera e coordinatore nazionale di Iv, Maria Elena Boschi, capogruppo alla Camera di Iv, il senatore Francesco Bonifazi, l’europarlamentare Nicola Danti, il deputato Gabriele Toccafondi.

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