HAARP, il progetto per la ricerca sul clima che i complottisti vogliono chiudere
Spread the love

Il 1993 è l’anno in cui è stato avviato un progetto del Dipartimento della Difesa Statunitense, coordinato dalla Marina e dall’Aviazione, denominato HAARP (High-Frequency Active Auroral Research Program). Si tratta del “mitico” programma di “Guerre Stellari”, avviato nei primi anni Ottanta sotto le amministrazioni Reagan-Bush.

La HAARP venne finanziata per fini di ricerca scientifica sugli strati alti dell’atmosfera e della ionosfera, e sulle comunicazioni radio per uso militare. L’impianto ha fermato le sue attività dal maggio 2013 e per oltre due anni a causa di problemi di costo di gestione e dell’abbandono da parte del sistema militare. La riapertura è avvenuta il 3 settembre 2015, passando alla gestione della University of Alaska Fairbanks e a noleggio e collaborazioni aperte per coprirne le spese.

La teoria del complotto

HAARP è tuttora al centro di diverse teorie del complotto come, ad esempio, “la palla di fuoco” avvistata nel Mar Nero dopo il terremoto del 1999 a Istanbul, periodo in cui il centro era in attività.

Alcune teorie del complotto, prive di riscontri oggettivi e smentite dalla comunità scientifica, descrivono HAARP come un progetto volto a perseguire scopi occulti, che andrebbero dalla realizzazione di un’ipotetica arma elettromagnetica per creare terremoti fino al controllo del clima. Speculazioni pseudoscientifiche che sono per lo più legate alla teoria del complotto sulle scie chimiche, aventi tutte un denominatore comune nelle teorie cospirazionistiche di David Icke e dei suoi sostenitori. 

Teorie, tra l’altro, in netto contrasto con le leggi della fisica.  

Lo scopo del progetto

L’impianto HAARP è costituito da un trasmettitore in grado di trasmettere onde elettromagnetiche sulle onde corte da 2,8 a 10 MHz con una potenza di 960 kW.  

Come ricorda Wikipedia, l’impianto HAARP è stato costruito in tre fasi distinte:

  • Il prototipo DP aveva 18 antenne, organizzate in tre colonne da sei file, con una potenza trasmittente di 360 kW.
  • L’impianto FDP successivo ha attualmente 48 antenne, ordinate in sei colonne da otto file.
  • L’impianto finale è il FIRI che dal 2007 è composto da 180 antenne, disposte in 15 colonne da 12 file, con una potenza trasmittente di 3.600 kW.

Ciascuna antenna corrisponde a un dipolo a croce, che può essere polarizzato in modo lineare o circolare per la trasmissione e la ricezione.

Il Cicap: “progetto da sostenere”

Il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze (CICAP), organizzazione che promuove un’indagine scientifica e critica nei confronti delle pseudoscienze, del paranormale, dei misteri e dell’insolito con l’obiettivo di diffondere la mentalità scientifica e lo spirito critico, HAARP rappresenta un progetto fondamentale per la conoscenza.

“Con HAARP – spiega William A. Bristow, il geofisico che, occupandosi di fisica spaziale gestisce insieme al suo gruppo di ricerca il centro – è infatti possibile, ad esempio, condurre esperimenti per simulare gli effetti delle tempeste solari sulla ionosfera, invece di aspettare che ne arrivi una”. “Possiamo creare un disturbo e vedere quanto velocemente si dissipa. Possiamo generare test per verificare gli effetti di una perturbazione sui satelliti e sui sistemi radio al suolo. Non dobbiamo aspettare che sia Madre Natura a generare le condizioni giuste”.

La petizione per chiudere HAARP

Nel terreno dell’Alaska sono installati 180 piloni d’alluminio su ognuno dei quali si trovano una coppia di antenne per la banda bassa ed una per la banda alta, in grado di trasmettere onde ad alta frequenza fino ad una distanza di 350 km. Onde che sarebbero indirizzabili verso zone strategiche del pianeta, sia terrestri che atmosferiche.

“Secondo le scoperte di Eastlund – si legge sulla petizione lanciata su Avaaz – dirigere la potenza di HAARP verso uno specifico punto della ionosfera la farebbe riscaldare al punto da innalzarla fisicamente, in modo da creare un rigonfiamento altamente riflettente, definito da lui ‘effetto lente’, in grado di convogliare i raggi sulla terra con effetti devastanti: la potenza di tali onde sarebbe tale da provocare modificazioni molecolari dell’atmosfera, causando – a seconda delle diverse frequenze – cambiamenti climatici, la possibile disgregazione di processi mentali umani, e forse anche, appunto, effetti sui movimenti tettonici di magnitudine imprecisata.”

Tecniche per modificare il clima

Per i complottisti, in definitiva, HAARP metterebbe in atto “tecniche di modificazione climatica che potranno essere impiegate per produrre prolungati periodi di siccità o tempesta”. “Un improvviso sconvolgimento climatico porterà ad una catastrofe globale di monumentali proporzioni, che comprende una guerra nucleare e disastri naturali, portando intere nazioni a scomparire sotto il mare ed i pochi sopravvissuti a combattere per le scarseggianti risorse di cibo, acqua ed energia”.

Richard Williams, fisico e consulente dell’Università di Princeton, dice che “i test di surriscaldamento della ionosfera sono un atto irresponsabile di vandalismo globale […] HAARP potrebbe essere un serio pericolo per l’atmosfera terrestre. Con esperimenti di questo tipo, potrebbero essere fatti danni irreparabili in poco tempo”.

Armi geofisiche

Sotto il programma HAARP, “gli Stati Uniti starebbero creando nuove armi geofisiche integrali, che possono influenzare gli elementi naturali con onde radio ad alta frequenza. Il significato di questo salto è comparabile al passaggio dall’arma bianca alle armi da fuoco, o dalle armi convenzionali a quelle nucleari”.  

Di admin

Un pensiero su “HAARP, il progetto per la ricerca sul clima che i complottisti vogliono chiudere”
  1. Da questo articolo sembra quasi che Haarp sia un progetto avviato, poi morto, resuscitato e ancora morto. Sembra che le uniche “innocue” antenne per la ricerca “per il nostro bene” siano in Antartide. Non so chi è più complottosta ormai! Veramente, ma che caxxo scrivete a fare. Informatevi e smettetela di essere collaborazionisti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Segnalaci la tua notizia