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La Corte di Cassazione ha mollato una vera e propria mazzata fiscale a tutte le scuole cattoliche e paritarie.

La suprema Corte, con le sentenze 14225 e 14226 depositate l’8 luglio, ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Livorno nel 2010 nei confronti di due istituti privati: il Santo Spirito e la Scuola Immacolata. In due dovranno versare una cifra pari a 422mila euro per gli anni che vanno dal 2004 al 2009. Non solo. A breve gli istituti riceveranno le cartelle per le annualità del 2010, del 2011 e l’Imu per il 2012 visto che già la Commissione Provinciale Tributaria di Livorno aveva stabilito, prima della sentenza della Cassazione, che l’Ici era dovuta.

La decisione dei giudici, nel ribaltare quanto stabilito nei primi due gradi di giudizio, hanno spiegato che visto che gli iscritti della scuola paritaria sono costretti a pagare un corrispettivo per la frequenza, tale attività risulta essere di carattere commerciale, “senza che a ciò osti la gestione in perdita”. Irrilevante lo scopo di lucro perché già sufficiente la tendenza al ricavo per il pareggio dei bilancio.

Dunque, per le 13mila scuole paritarie italiane è massima allerta dopo la decisione dei giudici della suprema Corte. Ma sono ore anche di massima soddisfazione per tutti quei Comuni, che stretti dalla morsa della crisi e dei bilanci in rosso, potranno rimpinguare le casse.  

Come spiega l’ufficio Tributi, è da sottolineare che questo genere di pronunciamento da parte della Corte di Cassazione è il primo in Italia sul tema specifico. Queste sentenze assumono, spiegano dal Comune di Livorno – tra l’altro, rilievo ai finidell’interpretazione delle disposizioni in materia di Imu, relativamente all’imposizione fiscale dall’anno 2012. Grande soddisfazione perché si tratta del riconoscimento dell’ottimo lavoro svolto dagli uffici comunali i quali, con l’obiettivo di reperire risorse e lavorare per l’equità fiscale, da anni hanno avviato una linea tesa al recupero dell’elusione e dell’evasione fiscale”.

La vicesindaco Stella Sorgente in proposito ha dichiarato di aver:fatto degli incontri con le scuole interessate e l’ufficio tributi, nei quali era stata proposta un’ipotesi di conciliazione fra Comune e Istituti che sarebbe stata vantaggiosa per le scuole stesse, rispetto ad un’eventuale sentenza favorevole per il Comune da parte della Cassazione. Successivamente ci è stato comunicato dalle scuole stesse che avrebbero invece preferito attendere l’esito del giudizio in Cassazione.”

 I vescovi italiani parlano di “sentenza pericolosa”, “ideologica” e che intacca gravemente “la garanzia di libertà di educazione richiesta anche dall’Europa”, mettendo fortemente a rischio la “sopravvivenza” degli istituti paritari.

Sulla stessa linea il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, che ha invitato i giudici ad adottare decisioni “meno ideologiche” e avverte: “non ci si rende conto del servizio che svolgono gli istituti pubblici paritari”.

E precisa:“ci sono un milione e 300 mila studenti nelle scuole paritarie. Bisogna anche sapere che a fronte dei 520 milioni che ricevono le scuole paritarie, lo Stato risparmia 6 miliardi e mezzo. Attenzione, dunque, a non farsi mettere il prosciutto sugli occhi dall’ideologia”.

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