Carmine Gallo, ex poliziotto e principale artefice della società investigativa “Equalize,” racconta al socio Enrico Pazzali, con toni divertiti, la richiesta singolare di una giudice di alto profilo: Carla Romana Raineri, presidente della I sezione civile della Corte d’appello di Milano ed ex capo di gabinetto di Virginia Raggi.
Il giudice che chiedeva favori alla rete di spionaggio Equalize. Gallo riferisce che la magistrata si sarebbe rivolta a “Equalize” per ottenere informazioni riservate su un familiare, preoccupata dalla relazione di quest’ultimo con una donna apparentemente sposata con un immigrato. A quanto pare, l’inchiesta del gruppo si è estesa a verifiche patrimoniali dopo che altre indagini, condotte in precedenza con il supporto dei carabinieri, non avevano dato risultati definitivi.
LEGGI ANCHE:
Lo Stato nel mirino: dossier, infiltrazioni e la rete di spionaggio che minaccia la democrazia
La situazione ha preso una piega anomala quando, stando alla versione di Gallo, la giudice avrebbe lasciato intendere che anche delle intercettazioni abusive potrebbero essere d’aiuto. Pazzali, sorpreso, ha chiesto conferma, ma Gallo, che per la Procura stava mentendo, avrebbe risposto alla magistrata negando qualsiasi disponibilità a operazioni illecite: «’Ste cose non le facciamo dottoressa», avrebbe risposto, mantenendo però un tono ambiguo. La Procura di Milano, diretta dal pm Francesco De Tommasi, evidenzia come il comportamento della magistrata l’abbia esposta a possibili ricatti da parte di Gallo e del suo gruppo di spionaggio, considerato l’accesso che “Equalize” aveva a informazioni riservate.
Sorveglianza abusiva e indagini occulte
Secondo le intercettazioni, Gallo avrebbe coinvolto un poliziotto di Rho in questa missione confidenziale, sottolineando l’importanza del cliente: «Questo incarico me l’ha dato un giudice della Corte d’appello… capito?». Le indagini si sono spinte fino ai conti bancari del familiare della magistrata, con richieste di verifiche dettagliate su transazioni di maggio e giugno.
La collaborazione tra Gallo e la giudice è documentata da incontri di persona. Il 3 febbraio e il 4 luglio 2023, Gallo e il suo collega Nunzio Calamucci si sono recati nell’ufficio della giudice presso il Palazzo di Giustizia, e al rientro Gallo descrive la riunione come “surreale”, affermando che se avesse registrato la conversazione, sarebbe stata materiale per un servizio di “Report”.
Favori e pressioni indebite
L’influenza del gruppo “Equalize” si estende anche ad altri individui in cerca di favori giudiziari. Un amico di Gallo, coinvolto in un contenzioso con una società di recupero crediti, si rivolge a lui, e Gallo lo rassicura: «Stiamo facendo un favore grossissimo a un giudice civile», lasciando intendere che avrebbe potuto contare su una particolare intercessione della magistrata. Il pm De Tommasi osserva che questo scenario esponeva ulteriormente la giudice al ricatto, dipendente com’era dai favori illeciti di Gallo e del gruppo.
L’indagine ha portato alla luce un quadro di relazioni pericolose, in cui figure istituzionali sembrano aver messo a rischio la propria autonomia, legandosi a gruppi di spionaggio capaci di ottenere informazioni e monitorare persone senza autorizzazione legale.
LEGGI ANCHE:
La rete di spionaggio che minaccia la democrazia italiana
Dossier e segreti: la rete di spionaggio che colpisce politica e istituzioni