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Tanta acqua è passata sotto i ponti da quando il Movimento 5 stelle urlava trasparenza e onestà e considerava il potere qualcosa da cui starne lontani. Evidentemente le cose sono cambiate anche con l’ultimo atto pensato e messo a punto dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.

Il suo ministero, infatti, ha ordinato il trasferimento del Palazzo di giustizia di Bari presso un immobile di proprietà di tale Giuseppe Settanni, amico di Gianpaolo Tarantini, che ha prestato “centinaia di migliaia di euro” al cassiere del clan mafioso Parisi.

Come scrive Repubblica, Settanni è amministratore della Sopraf srl, società di cui la sua famiglia è proprietaria al 50 per cento con l’imprenditore Roberto Patano. E proprio Sopraf risulterebbe essere proprietaria dell’immobile appena scelto dal ministero della Giustizia per ospitare gli uffici giudiziari penali di Bari.

La cosa strana è che proprio Settanni ha acquistato il palazzo, sfitto da tempo, da un fondo pubblico, appena qualche mese fa. E ora proprio il ministero dovrà pagargli un milione e 200 mila euro all’anno per i prossimi sei anni.

Settanni, probabilmente, avrà sviluppato fiuto per gli affari grazie all’amico Tarantini, l’imprenditore barese che scalò Palazzo Chigi nel 2011 presentando prostitute all’allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.  

Chiamato a rispondere in Aula, Bonafede ha preferito addirittura non essere presente. Nono solo. I due sottosegretari alla Giustizia presenti in Aula (Vittorio Ferraresi del M5s e Jacopo Morrone della Lega) non hanno chiarito rimanendo in silenzio per tutta la durata del dibattito. 

Il ministro della Giustizia, evidentemente sotto pressione, ha scelto il canale Facebook per cercare di chiarire la questione.

“La procedura di individuazione dell’immobile destinato a ospitare gli uffici giudiziari baresi è stata eseguita nel pieno del rispetto delle regole, in maniera pubblica e pienamente trasparente”, e ha poi aggiunto che “la commissione ha aggiudicato a chi ha ottenuto il miglior punteggio, e sono stati avviati tutti i controlli previsti dalla legge”. Dopo l’articolo di Repubblica il ministro ha chiesto “un ulteriore approfondimento“Ricordo a tutti – conclude Bonafede – che il decreto legge in discussione alla Camera non riguarda l’assegnazione dell’immobile ma la sospensione dei termini per permettere lo smantellamento delle tende”.

Solo qualche giorno fa Bonafede si vantava del successo portato avanti:

“Quando sono andato a Bari, per rendermi conto della situazione, avevo detto che ci avrei messo non solo la faccia, ma il mio impegno personale a trovare la soluzione. E oggi la soluzione c’è”.

E che soluzione.

 
 
+39 3293526266

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