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In periodo di ‘mega produzioni’ televisive e non sui ‘mega scandali’, presunti e non, l’editoria locale sforna idee ad ogni ora della giornata. Ora è la volta di un libro che racconta di uno dei processi di Luciano D’Alfonso.

In periodo di ‘mega produzioni’ televisive e non sui ‘mega scandali’, presunti e non, l’editoria locale sforna idee ad ogni ora della giornata. Ora è la volta di un libro che racconta di uno dei processi di Luciano D’Alfonso.

“Processo Housework: tutti assolti” è il titolo dell’opera che verrà presentata dall’autrice, Rita Consorte con la presenza del presidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, Stefano Pallotta. Sottotitolo:”Tutto sul processo D’Alfonso, dall’Area di Risulta alla Villa di Manoppello”. 

I COMMENTI DEI GIORNALISTI 

“Pongo solo un quesito senza esprimere giudizi di merito – scrive una professionista – non posso farlo perché l’Ordine dei giornalisti mi ha in passato richiamato al rispetto del principio di ‘solidarietà’ tra colleghi”.

L’Odg abruzzese imporrebbe il rispetto a corrente alternata permettendo:”per 5 anni ad altri colleghi di chiamarmi ‘Ovra’ senza mai intervenire”. La malcapitata giornalista sarebbe, a detta di alcuni suoi colleghi, una rappresentante della polizia segreta dell’Italia fascista. L’Ovra aveva il compito di vigilare e reprimere organizzazioni sovversive che miravano ad attaccare lo Stato.

Per la donna, quindi, vita dura anche su Facebook. Ma lei non molla e sulla questione del libro su D’Alfonso tuona:”vi sembra normale che si faccia un tale evento a un mese dalle elezioni? E vi sembra consona e opportuna la partecipazione del presidente di un ordine dei giornalisti? Non è un giudizio di merito è un quesito”.

Qualcuno riflette:”Assolti o meno è opportuno per un amministratore farsi ristrutturare la villa da un imprenditore che si è aggiudicato un appalto comunale mentre fa il sindaco? È opportuno, come emerso negli atti processuali, ricevere benefit da un altro imprenditore vincitore di appalti? È etico dichiarare che per anni non hai toccato un solo euro dei tuoi emolumenti perché vivevi con la pensione di una zia disabile? Che sia dimostrata o no la responsabilità penale, quella morale pesa come un macigno e agli adoratori della verginella di Manoppello queste cose andrebbero ricordare tutti i giorni!”.

Chissà cosa penserebbe di tutta questa storia Indro Montanelli. Magari difenderebbe anche un blog un po’ estremo come il nostro. E magari ci difenderebbe anche da un Giuseppe Caporale che ci accusa di stolkeraggio. Lo farebbe semplicemente per rispetto umano.

ZdO




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