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Mentre sbobinavo l’intervista a Sara Marcozzi, candidata del M5S alla presidenza della regione Abruzzo, ho avuto la nitida sensazione che stavo sbobinando Raffaello Mascetti, il mitico conte decaduto di Amici Miei, interpretato da Ugo Tognazzi.

 

Mentre sbobinavo l’intervista a Sara Marcozzi, candidata del M5S alla presidenza della regione Abruzzo, ho avuto la nitida sensazione che stavo sbobinando Raffaello Mascetti, il mitico conte decaduto di Amici Miei, interpretato da Ugo Tognazzi.

 Interpellata sulla fisionomia imprenditoriale che intende imprimere alla regione, in virtù del peculiare sistema aziendale abruzzese, brulicante di piccole imprese boccheggianti nella competizione con il mercato internazionale, la Marcozzi risponde: “Io non sono per una visione settoriale, sono per una visione sinergica tra tutte le varie parti, tutto è collegato, le cose non sono a compartimenti stagni, ad esempio noi intendiamo puntare sulla bonifica del territorio che darà molti posti di lavoro”… “Lo vede il dito? Lo vede che stuzzica? Che prematura anche?” 

Inevitabile è stata la domanda sulla sanità: che cosa intende fare per la sanità abruzzese ancora commissariata?

“Noi intendiamo puntare sull’ambiente, se c’è un ambiente sano, il cittadino si ammala di meno. Noi ad esempio punteremo sulla bonifica del territorio. E’ più importante non farcela arrivare la gente in ospedale. Poi tagli alle spese, quelle vere però”… “senza contare che la supercazzola prematurata ha perso i contatti col terapìa tapiòco”.

Così siamo passati alla domanda relativa a quale posizione intende assumere la regione sulla diatriba in atto tra animalisti (a favore della protezione indiscriminata degli animali) e gli agricoltori (i quali lamentano distruzione dei raccolti e paura per la propria incolumità). 

In questo caso la Marcozzi risponde: “Io personalmente sono contro la caccia, penso che ci sono molte risorse che ancora devono essere sfruttate, ma come le ripeto tutto va visto secondo una visione sinergica, mai settoriale”… “blinda la supercazzola prematurata con doppio scappellamento a destra”.

Alla fine la Marcozzi confessa: “il programma lo stiamo ancora scrivendo”.

Credo che, a parte tutto, questa donna è un fenomeno; è riuscita a trovare il coraggio di mettere la faccia per candidarsi alla regione con un solo punto più o meno concreto sul programma: la bonifica del territorio, che riesce ad imporre su tutte le domande.

Ad esempio se uno le chiedesse: “che cosa intende fare per i trasporti?” non c’è da stupirsi se risponde: “intendo puntare sulla bonifica del territorio, poiché se il territorio è bonificato, la gente non trova l’immondizia per strada, quindi la strada è più pulita e i trasporti circolano meglio”. Fenomeno.

Facciamo i seri; dal momento che non è possibile che un elettore 5 stelle voti il movimento per votare un programma, poiché il programma non c’è, è evidente che il suo voto è ancora dato “per non votare gli altri” e questo, a mio parere, è estremamente grave se si pensa che il M5S non sta nel panorama politico da un mese.

Qui si sta compiendo un errore strutturale.

Se in Abruzzo ci sono problemi gravi, i cittadini che non riescono ad affrontare un percorso terapeutico decente (dalla prevenzione al follow up), gli imprenditori che con la loro piccola azienda non competono con la globalizzazione, la gestione dei rifiuti, la gestione idrica e chi più ne ha più ne metta… la colpa non è di Chiodi, di Tizio, Caio, del PDL, del Pdmeno elle o come lo chiamate; la colpa è di 40 anni di governi democristiani e socialisti che, pensando meramente e unicamente ai soli interessi personali, hanno distrutto una regione (diciamo un paese va…).

Dov’eravate voi a quel tempo? C’eravate? (e qui mi riferisco ai pentastellati con i capelli bianchi che ce ne sono). 

Io credo che c’eravate ma dato che 500 mila lire in tasca ce le avevate, non vi fregava niente se chi vi comandava, per quelle 500 mila lire che vi dava, se ne mangiava 50.000. 

Voi c’eravate ma nulla vi spingeva a lamentarvi perchè… “mangio io, mangi tu, mangiamo tutti e paga Pantalone”.

In definitiva, i cittadini abruzzesi hanno il diritto di conoscere, soprattutto in campagna elettorale, le modalità tecniche per risolvere i problemi; non possono certo essere insultati con una che ripete su 10 interviste le stesse supercazzole.

Il conte Mascetti è un grande… però… ha fatto il tempo suo.

 

Invito a seguirmi sul prossimo pezzo a breve su zone d’ombra in cui parlerò di tutti i retroscena, per filo e per segno, del M5S in Abruzzo.


Marco Minnucci

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