Il Viadotto Fantasma di Bomba: Storia di un'Incompiuta Italiana
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Il Viadotto Fantasma di Bomba: Storia di un’Incompiuta Italiana. Nel cuore dell’Abruzzo, tra le colline verdi e i paesaggi mozzafiato della Val di Sangro, si erge un monumento all’incompiutezza: il viadotto di Bomba.

Questa struttura, iniziata negli anni ’60, doveva essere una parte fondamentale della Strada Statale 652, la Fondovalle Sangro, progettata per migliorare i collegamenti tra l’entroterra abruzzese e la costa adriatica. Tuttavia, a causa di problemi strutturali e geologici, il viadotto non è mai stato completato, lasciando dietro di sé una testimonianza silenziosa di sprechi e promesse non mantenute.

Le Origini del Progetto

Negli anni ’60, la Cassa per il Mezzogiorno finanziò numerosi progetti infrastrutturali nel sud Italia, tra cui la costruzione della SS 652. Il viadotto di Bomba era destinato a superare il Fosso Maurino, un’area caratterizzata da terreni instabili e soggetti a frane. Nonostante le difficoltà geologiche, si decise di procedere con la costruzione di un ponte sostenuto da piloni profondamente ancorati nel terreno.

Il Crollo e l’Abbandono

Durante la costruzione, emersero gravi problemi: i piloni centrali del viadotto iniziarono a sprofondare nel terreno, rendendo la struttura instabile e pericolosa. Di conseguenza, fu necessario demolire una parte del ponte e abbandonare il progetto. Da allora, il viadotto è rimasto incompiuto, con due enormi trampolini di cemento che si fronteggiano senza mai incontrarsi.

Conseguenze per il Territorio

L’abbandono del viadotto ha avuto ripercussioni significative sulla viabilità locale. Per aggirare l’ostacolo, fu costruita una strada alternativa tortuosa e pericolosa, che ancora oggi rappresenta l’unico collegamento disponibile in quella zona. Inoltre, la presenza del viadotto incompiuto ha deturpato il paesaggio naturale, trasformandosi in un simbolo di spreco e inefficienza.

Tentativi di Riqualificazione

Nel corso degli anni, sono state avanzate diverse proposte per riutilizzare la struttura del viadotto. Una delle idee più innovative è stata quella di installare pannelli solari sulla superficie del ponte, trasformandolo in una centrale di produzione di energia elettrica. Questa proposta, sostenuta anche dal sindaco di Bomba, Donato Di Santo, avrebbe permesso di dare nuova vita al viadotto, rendendolo utile per la comunità e contribuendo alla produzione di energia rinnovabile. Tuttavia, a causa di complicazioni burocratiche e mancanza di fondi, il progetto non è mai stato realizzato.

Un Simbolo dell’Incompiutezza Italiana

Il viadotto di Bomba è diventato un esempio emblematico delle opere incompiute in Italia. Secondo un’indagine dell’ANAS, ci sono oltre 1.400 viadotti nel paese senza un proprietario identificato, molti dei quali versano in condizioni di abbandono e degrado. Queste strutture rappresentano non solo un pericolo per la sicurezza pubblica, ma anche un enorme spreco di risorse economiche.

Il viadotto fantasma di Bomba continua a dominare il paesaggio abruzzese, ricordando a tutti le conseguenze di una pianificazione inadeguata e della mancanza di responsabilità nella gestione delle opere pubbliche. È fondamentale che le istituzioni prendano coscienza di queste situazioni, promuovendo interventi di riqualificazione e valorizzazione delle infrastrutture esistenti, per evitare che simili errori si ripetano in futuro.


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