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Quasi tutta la somma che lo Stato stanzia finiscono nei costi di gestione dei centri.

Dunque, la frase che spesso rimbomba sui media:”Gli italiani sono senza lavoro e ai rifugiati il governo dà 40 euro al giorno” è fuorviante. Lo Stato fornisce aiuto per la sopravvivenza di persone che, per un motivo o per l’altro, fuggono dai paesi di residenza.

La somma che lo Stato fornisce agli enti locali viene definita in base ai costi di gestione delle strutture che, per poter operare, hanno l’obbligo di presentare un piano finanziario al Sistema di protezione e accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo (Sprar), formato da Comuni, Province e Regioni, dal ministero dell’Interno e dall’Unhcr.

Le cooperative coprono con parte dei 35/40 euro al giorno a persona, vitto alloggio e manutenzione della struttura che ospita gli immigrati. Un’altra parte è destinata alla riqualificazione professionale dei migranti per permettere loro un’indipendenza lavorativa. 

Rimangono, quindi, circa 2,5 euro che ogni migrante può spendere per piccole necessità. Soldi, tra l’altro, che appartengono ad un fondo ordinario del ministero dell’Interno a disposizione per l’asilo e l’immigrazione.

Discorso a parte, invece, per i circa 11mila minori non accompagnati a cui il ministero impegna somme fino a 140 euro a persona. La fascia d’età varia tra gli 11 e i 17 anni, in maggioranza maschi, che provengono dal Nord Africa e dalla Siria.

ZdO

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