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Dunque, il concerto di Jovanotti a Vasto non si farà. La notizia, diffusa da Maurizio Salvadori, amministratore delegato Trident e organizzatore da trent’anni dei concerti di Jovanotti, è uscito dal comitato per la sicurezza presso la Prefettura di Chieti.

“Ho appena saputo che #jovabeachparty a Vasto non ci sarà” ha scritto Jovanotti sul proprio profilo Facebook. “La ragione -ha spiegato- è intessuta nelle dinamiche assurde che hanno trasformato un’occasione di festa, gioia ed opportunità di sviluppo di un territorio in scontro di forze locali in ‘bagarre’. Chi alla fine ha ‘vinto’ ottenendo la cancellazione combatte una sua personale battaglia politica locale in affannosa ricerca di visibilità a buon mercato che evidentemente una cosa grande e bella come Jova Beach Party offre. Non ci sono ragioni oggettive, le centinaia di documenti prodotti non sono stati esaminati e nessun riscontro è stato dato alle migliaia di testimonianze relative alle 9 tappe già fatte. Non sono mai state interpellate le prefetture che si sono complimentate con noi per il lavoro svolto fino ad ora. La firma finale spetta alla prefettura di Chieti e senza autorizzazione noi non possiamo muoverci”. Firma che, appunto, non c’è stata.

Nel documento della Prefettura vengono riscontrate “carenza di carattere documentale, nonché l’assenza di alcune necessarie pianificazioni.” Nel dettaglio viene sottolineata “l’esistenza della criticità riguardante la viabilità ed i parcheggi”. E, sempre la Prefettura, precisa che sui lavori effettuati sul fosso marino “da un esame sommario della documentazione presentata dal Comune, emerge l’assenza delle necessarie autorizzazioni da parte dell’Autorità di bacino”.

Stando dunque al documento, avrebbe una non poca responsabilità il Comune di Vasto che avrebbe omesso alcune informazioni. E, molto probabilmente, Jovanotti potrebbe essere all’oscuro delle mancanze del sindaco visto che, sempre nel suo post, dice: “Grazie comunque al sindaco di Vasto e ai suoi collaboratori che fino a stamattina hanno fatto di tutto per accogliere questa grande e bella festa nella loro città”.

Ad esprimere parere negativo sull’evento anche il Questore di Chieti, Ruggiero Borzacchiello sulla questione della sicurezza.

L’affondo, però, arriva dal Comandante Provinciale dei Carabinieri, Florimondo Forleo, che punta il dito contro il Comune di Vasto “rimarcando come siano state inviate una serie di criticità di ordine tecnico, sia profili di illegittimità in ordine ad alcuni atti comunali”. E la questione, per l’amministrazione comunale di Vasto non finisce qui visto che Forleo ha annunciato di aver spedito tutta la documentazione sia alla Procura della Repubblica che alla Corte dei Conti.

Esiste, poi, una nota dell’8 agosto, inviata al Comune di Vasto, alla Prefettura e alla Regione Abruzzo, in cui la Soprintendente Rosaria Mencarelli spiega di non aver mai ricevuto “alcuna richiesta di parere in merito agli interventi di cui si tratta né altre istanze di terzi”. E, proprio per questo, la Mencarelli ha chiesto, sempre al Comune di Vasto, il motivo per il quale “non si sia ritenuto necessario attivare la procedura di autorizzazione paesaggistica che prevede l’espressione del parere vincolante” della Soprintendenza.”

Il Tenente colonnello della Finanza, Pastorelli, ha evidenziato un conflitto tra pubblico e privato e della “pubblica incolumità che deve sempre prevalere”. Criticità anche per il Gruppo speciale operativo dei Vigili del fuoco “che non può essere inserito dietro al palco”. E, parere negativo, è stato dato anche dall’ingegner Maselli della Società autostrade per via della fluidità del traffico da garantire. Tra l’altro, sempre il Comune di Vasto, avrebbe dovuto garantire l’attivazione del Coc e le associazioni di protezione civile.

“Il piano sanitario presentato dalla società Trident” spiega Civitarese del Dipartimento prevenzione della Asl, “non appare corretto” perché “trattasi di concerto rock e non di manofestazione folkloristica-sportiva, con la conseguenza che l’indice di calcolo da utilizzare per quantificare i mezzi da mettere a disposizione è errato”.

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“Tra la prima e la seconda progettualità” spiega Longhi del Servizio Valutazione Ambientale della Regione Abruzzo, esiste “una contraddizione circa i lavori da effettuare sul fosso marino”. Il 6 agosto, con un sopralluogo, “è stato rilevato che lo stesso è stato ripulito nella sua parte terminale, presentandosi quindi in condizioni buone, mentre nella parte a monte risulta totalmente tombato, fino ad una distanza di circa 60-70 metri dal mare.”

Parrebbe, dunque, che tutte le parti in causa abbiano espresso dubbi legittimi e bloccato l’evento. Ma per Jovanotti “A Vasto ha vinto il fronte del NO, quello di cui l’Italia è pervasa. Quello che rende il Paese immobile e fa in modo che il ‘sommerso’ resti sommerso nell’interesse di molti. JBP è un luogo sicuro, la sicurezza è sempre stata al primo posto, ma a Vasto non hanno voluto verificare. A Vasto la commissione ha detto NO, a prescindere. In Italia a volte le cose vanno cosí lo sapete, ma io non mi rassegno, molti di noi non ci rassegniamo.”

Di admin

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