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“Sono bloccato fino al 30 ottobre. Credo che le registrazioni audio pubblicate con Pubblici Ministeri, Procuratori Generali, denunce, video e quant’altro riguardanti i Sistemi Mafiosi da noi denunciati”.

Così si sfoga Francesco Carbone, il Presidente dell’associazione Governo del Popolo, che nei giorni scorsi aveva annunciato l’arresto, presso il Tribunale di Salerno, del Gup Ubaldo Perrotta e altri.

Io sono forse l’unico che può permettersi il lusso di denunciare gravissimi reati contro lo Stato; reati commessi da criminali collusi con ‘pezzi dello Stato’, senza essere ricattato, minacciato, censurato o denunciato. E ciò, grazie al fatto che la vicenda ormai è di dominio pubblico su internet e che, le prove che ho contro chi ho denunciato, sono schiaccianti.

Così Carbone torna sulla vicenda per cui si sta battendo. E racconta: “il 24 ottobre 2019 alle ore 12:00, presso il Tribunale di Salerno, dovevo procedere all’arresto in flagranza di reato del Gup Ubaldo Perrotta e altri, per associazione a delinquere finalizzata alla Frode Processuale e concorso in associazione a delinquere finalizzata a influenze illecite, corruzione in atti giudiziari e altro, appena il Gup Perrotta dava inizio all’udienza. Purtroppo il giudice si è astenuto anche su indicazione dei Carabinieri e della Polizia che gli avrebbero detto che nulla potevano fare in suo favore qualora avessi provveduto ad arrestarlo in flagranza di reato in base all’art 383 cpp.”. Carbone riferisce che nell’aula del tribunale c’è stata una folta presenza di poliziotti”. “Alle 11 il Gup Perrotta inizia le udienze penali nella stanza numero 8 posta all’ingresso dell’ala penale del Tribunale al piano terra. Dopo un po’ entrano nella stanza sia il Comandante del nucleo investigativo dei Carabinieri di Salerno Maggiore Luciano e sia alcuni poliziotti in divisa e in borghese, il Gup Perrotta rinvia in fretta e furia l’udienza in corso ed escono dalla stanza. Alle 12:15 non vedendo arrivare nessuno in aula ci rechiamo al terzo piano e girando per le stanze, troviamo nella stanza n 318 gli avvocati di contro parte, il pubblico ministero, un nuovo gup, senza che nessuno ci abbia avvisato sia della stanza dove avveniva l’udienza e il fatto che il gup era cambiato e se non avessimo trovato la stanza, avrebbero provveduto a celebrare l’udienza in contumacia con l’ausilio di un avvocato d’ufficio.” Alla fine dell’udienza anche il nuovo Gup D’Agostino subentrato mezz’ora prima e senza essere a conoscenza di alcun documento di causa, invece di rinviare l’udienza per studiarsi la documentazione, decide sul rinvio a giudizio anche se dichiara di non avere la certezza dell’innocenza e che nel processo si chiariranno tutti i fatti, ovvero sotto processo ugualmente senza valutare nulla e senza tener conto dei reati precedentemente commessi nello stesso procedimento del quale anche lui se ne faceva carico e per il quale sarà immediatamente denunciato.”

La vicenda 

La vicenda nasce da una denuncia per maltrattamenti e abusi nei confronti di una bimba di due anni e di una madre. Autore delle violenze sarebbe il padre della bambina che, secondo Carbone, sarebbe coperto da più di 40 magistrati, giudici, assistenti sociali e consulenti tecnici. L’uomo, sempre secondo Carbone, sarebbe molto amico dell’ex Procuratore Capo di Salerno, Corrado Lembo, e con alcuni onorevoli del PD.

La madre della bimba, avvocato, sarebbe stata denunciata da parte degli stessi magistrati “per nascondere i propri reati azionando illecitamente procedure penali nei confronti della denunciante scomoda, arrivando finanche ad alterare verbali di udienza con falsità.”

“Per lo stesso procedimento penale il Gup Perrotta e altri sono già stati denunciati anche in flagranza di reato, senza che nessuno abbia proceduto all’arresto e al sequestro dei verbali, pur denunciando in fase d’udienza i reati a un agente di polizia e al Procuratore Generale di Salerno Leonida Primicerio per falso ideologico e falso materiale” aggiunge ancora Carbone. 

“Il Gup Perrotta alla precedente udienza del11 giugno, sicuro che l’avrei arrestato in flagranza di reato appena aperta l’udienza si è astenuto dal procedimento e ha rimandato il tutto al Presidente del Tribunale di Salerno.”

Dunque, il 24 ottobre “avevo deciso di applicare le leggi procedendo in base all’art 383 cpp all’arresto del Gup Perrotta in prosecuzione e flagranza di reato non appena iniziava l’illecita udienza” ma “all’ultimo minuto hanno cambiato il gup.

L’appello

Dopo la censura Social di Carbone, Giovanna Alfano, una cliente della madre della bimba, fa un appello per sensibilizzare le persone alla vicenda. “Carbone e l’avvocato Cerullo stanno combattendo una guerra contro lo Stato tra mille difficoltà” spiega la donna. “La cosa più raccapricciante è che magistrati, procuratori, avvocati sanno che questa bambina di due anni e mezzo era abusata dal padre e sanno che questa bambina da tre anni è nelle mani del padre”. 

Di admin

2 pensiero su “La bimba nelle mani del padre violento: la storia dell’avvocato Cerullo e di Francesco Carbone”

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