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Dunque, nulla di nuovo sul fronte della più grande azienda pubblica radiotelevisiva italiana. Come accaduto in passato, anche in questa legislatura, il governo giallo-verde ha deciso di entrare a gamba tesa in Rai e nominare i propri uomini per il controllo dell’informazione.

Nessuna sostanziale novità, nessuna rivoluzione culturale. Anzi, il neo presidente è uno che nel Sistema ci sta: è stato persino inviato speciale del Giornale, quotidiano della famiglia Berlusconi. Per anni destra e sinistra si sono spartiti i propri portaborse culturali: ora tocca a grillini e leghisti. Il metodo rimane lo stesso: la politica sceglie chi deve lavorare. Il nuovo presidente della Rai, manco a dirlo, è un gran sostenitore di Matteo Salvini molto attivo su Twitter e nel curriculum vanta anche bufale fatte passare per notizie.

Marcello Foa è nato a Milano nel 1963 ed è giornalista e scrittore. Tempo fa aveva diffuso la notizia secondo la quale il presidente degli Stati Uniti Donald Trump stava richiamando 150mila riservisti dell’esercito, per un probabile attacco in grande stile alla Siria o in Corea del Nord. Ovviamente la notizia non era stata confermata in nessun modo, né riportata da alcuna fonte autorevole negli Stati Uniti. Ancora. Nel 2016 Foa aveva pubblicato un post dal titolo:“Attenzione: stanno tentando di rovesciare Trump!”, nel quale parlava di un presunto tentativo di colpo di stato in atto. Secondo Foa i grandi elettori americani stavano subendo pressioni per non votare Trump ribaltando il risultato elettorale, una possibilità nettamente smentita da tutti i commentatori politici americani. 

L’Espresso, alcuni giorni fa, aveva raccontato dei rapporti tra Foa, il mondo leghista, quello pentastellato e le voci di Putin in Italia.

Un’inchiesta partita da Cagliari, dove ci sono gli uffici del sito di news “Silenzi e Falsità” che dichiara l’ambizioso obiettivo di raccontare “quello che i media non dicono”.

La linea politica del sito è quella del pieno appoggio al governo Conte “massacrando” quelli che vengono descritti come i nemici dell’esecutivo, partiti o giornali.

Marcello Dettori, responsabile della piattaforma, è stato a lungo collaboratore di Gianroberto Casaleggio e poi di suo figlio Davide. Tra i clienti della Moving Fast Media, società da cui dipende il sito di news, compare anche una società di Lugano: la MediaTi holding.

Sempre come riporta l’Espresso, alla holding svizzera fa capo il più importante gruppo editoriale della Svizzera italiana, proprietario del Corriere del Ticino, un quotidiano, a cui si aggiungono televisione, radio e un sito di news.

L’anello di congiunzione tra il consulente a Cinque Stelle e i media elvetici sarebbe proprio Foa, amministratore delegato della Società editrice del Corriere del Ticino, che l’anno scorso ha assorbito MediaTi holding.

L’8 marzo scorso a Milano è arrivato Steve Bannon, guru sovranista già vicino a Donald Trump, che ha fatto visita a Salvini. Tra i pochi ammessi all’incontro c’era anche Foa.

E qualche settimana fa su Twitter Foa scriveva:”Per Lega e 5 stelle non possono governare perché le loro idee sull’Europa sono inammissibili.
E allora vada fino in fondo: abbia il coraggio di mettere fuorilegge i due partiti, li estrometta dal Parlamento.
E proclami la dittatura.
Non sarebbe più semplice?”.

Un altro uomo graziato dalla politica. Anzi, dal governo del non cambiamento.

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