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È il loro pensiero fisso: oscurare tutto ciò che non è conforme al politicamente corretto. Oscurare siti e blog indipendenti perché, appunto, troppo indipendenti. Ci stanno provando da anni i signori che tengono ostaggio il pensiero dell’italiano medio e, oggi, tornano all’attacco. Questi camerieri della politica non ci dormono la notte per cercare di tapparci la bocca. Come ci permettiamo di avere più visite ed essere più credibili di un qualsiasi giornale? La lotta è dura. Ma è senza paura.

È il loro pensiero fisso: oscurare tutto ciò che non è conforme al politicamente corretto. Oscurare siti e blog indipendenti perché, appunto, troppo indipendenti. Ci stanno provando da anni i signori che tengono ostaggio il pensiero dell’italiano medio e, oggi, tornano all’attacco. Questi camerieri della politica non ci dormono la notte per cercare di tapparci la bocca. Come ci permettiamo di avere più visite ed essere più credibili di un qualsiasi giornale? La lotta è dura. Ma è senza paura. La questione è diventata talmente seria e preoccupante che è stata fatta anche una petizione online e dove si legge:”AGCOM, non censurare il web! Vi chiediamo di non adottare la nuova regolamentazione numero 452/2013. Tale regolamentazione vi darebbe il potere di rimuovere contenuti da siti internet italiani e di chiudere i siti stranieri, se sospettati di violare il copyright. La votazione sul regolamento è prevista all’inizio di dicembre: tra qualche settimana migliaia di blog, siti informativi, forum e video messi su youtube o su facebook potranno essere cancellati in 72 ore senza l’intervento di un giudice. Nessuna decisione che sopprime la libertà della rete e i nostri diritti fondamentali di accedere alle informazioni può essere presa senzala decisione di un giudice. Chiediamo all’Agcom di rimettere la questione al Parlamento, come prevede la nostra Costituzione. Il Parlamento Italiano sta decidendo già di questi temi, in contrasto con le regole d’urgenza del Garante. Abbiamo solo pochi giorni per agire!”.

È in atto un’aggressione senza precedenti alla libertà d’informazione e d’opinione. Troppe sono le lobby contro cui combattere e troppi, o quasi tutti, sono blogger e siti d’informazione non in grado di opporsi con mezzi propri a due colossi che vogliono agevolare questa operazione censura: Agcom e Odg. 

TUTTA COLPA DELL’AGCOM…MA LA RUE CI DIFENDE

Frank La Rue, che ha passato mesi per consultare altri “esperti” come lui, ha alla fine sentenziato:”La rimozione dei contenuti spetta all’autorità giudiziaria”. La Rue, praticamente, doveva valutare lo stato della qualità dell’informazione in Italia e ha deciso, dopo averla conosciuta, che i blog devono avere un’opportunità in più. “L’Agcom ha il potere di adottare regolamentazioni amministrative proprie solo col fine di applicare le disposizioni in vigore previste dalla legge” ha dichiarato La Rue. L’inviato speciale per la libertà d’informazione e di espressione, ha ricordato all’Agcom che essa stessa non può sconfinare attaccando, con le sue azioni, la libertà d’informazione e d’opinione. La Rue si è reso conto che l’informazione in Italia non esiste se non grazie a siti e blog indipendenti. Stranamente, nel Bel Paese, c’è un’associazione unica al mondo: l’Ordine dei Giornalisti. Vorrà dire qualcosa? Chissà. Il regolamento dell’Agcom prevede “l’inibizione dell’accesso ai siti e la rimozione selettiva dei contenuti in violazione della proprietà intellettuale, e darebbe all’Agcom un potere nei confronti degli Isp che non è riconosciuto dalle autorità europee” ha detto La Rue. Un regolamento tutto italiano quello formulato dall’Agcom che ha il solo merito di oscurare siti “scomodi” e di fare la solita figura italiota difronte a Bruxelles. L’azione dell’Agcom viola le direttive europee sulla libertà d’espressione. Per Marco Ricolfi, direttore del Master sulla proprietà intellettuale all’Università di Torino e consigliere esperto di copyright della Commissione europea, la questione è chiara: il Regolamento avrebbe una dubbia efficacia nel caso di violazione del copyright. Insomma, l’organo di controllo delle Comunicazioni s’inventa un Regolamento per tutelare la legge sulla proprietà intellettuale ma, tale Regolamento, non risolverebbe la questione. 

Come sempre accade quando si parla d’informazione in Italia, si scrive sempre una pagina schifosa sull’argomento.

ZdO

 

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