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Una manifestazione tranquilla e ordinata quella di stamane a Lanciano contro la costruzione dell’eliporto. Molti dei residenti non hanno partecipato forse per timore

 

«L’eliporto privato in costruzione a Lanciano rappresenta una delle pagine più buie nella storia della nostra Città» ha dichiarato Franco Mastrangelo di “Nuovo Senso Civico” che si batte da tempo sul territorio frentano sulla questione. Gli organizzatori della manifestazione sono convinti che gli amministratori dovranno rispondere di questa situazione in quanto:«hanno fatto poco o niente per contrastare questa realizzazione ed informare la Cittadinanza che, come al solito, ne ha avuto notizia per altri canali non ufficiali». Sulla vicenda, tra l’altro, indaga la Procura della Repubblica di Lanciano. 

IL CASO 

Antonio Colasante, noto imprenditore lancianese,  sta costruendo in via Eraldo Miscia, a pochi metri dal complesso “Residenza Verde”, un eliporto privato. Dopo varie denunce e dure prese di posizione sfociate in un esposto, l’associazione “Nuovo Senso Civico” ha individuato sulla faccenda un possibile rilievo penale tant’è che il Procuratore Capo Francesco Menditto, ha disposto una serie di sequestri di documenti, eseguiti in Comune dagli agenti del commissariato. «Si tratta di una vicenda, che al di là dell’assurdità evidente dell’aver concepito e permesso senza ostacoli un simile intervento di elevato impatto in una zona centralissima, popolata e trafficata – commenta il coordinatore Alessandro Lanci – presenta passaggi che a nostro avviso non soddisfano le legittime pretese pubbliche di trasparenza assoluta e quindi meritano un’accurata indagine che faccia piena luce sul ruolo di tutti gli attori in campo». La normativa vigente prevede che gran parte delle autorizzazioni siano rilasciate dall’Enac, tagliando di fatto fuori il Comune. «Com’è possibile che per un opera di questo genere che va a stravolgere l’assetto urbanistico della Città, l’Amministrazione Comunale non abbia alcun potere di intervento o di condizionamento, mentre ogni cittadino sa che per il più piccolo dei lavori deve presentare domande su domande e passare al vaglio di più di una commissione?» chiede “NSC”. Strano, in effetti, che l’amministrazione comunale non abbia immediatamente informato i cittadini su ciò che si stava realizzando. I rappresentanti delle associazioni si dicono perplessi sull’attività degli esponenti di maggioranza e minoranza e chiedono una presa di posizione netta difronte a questo “scempio”. Le organizzazioni contro l’eliporto sono convinti che il Comune lancianese possa essere convinto del fatto che l’intervento possa rappresentare un interesse strategico locale portatore di benefici per l’intera comunità. Nella zona dell’eliporto insistono abitazioni e palazzi privati e pubblici (Poste centrali, INPS), scuole (Liceo Scientifico e Istituto Tecnico Industriale), arterie stradali trafficatissime e un distributore di carburanti. «Ci sembra di essere ripiombati in epoche che pensavamo ormai superate quando il contadino doveva inchinarsi e togliersi il cappello al passaggio del padrone» dichiara ancora Franco Mastrangelo. I cittadini, aggiunge:«devono rialzare la testa e camminare a schiena dritta manifestando il proprio profondo dissenso per un’opera inutile e pericolosa». 

di Antonio Del Furbo

 

 

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