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La cosiddetta “Questione Arca” è diventata una notizia talmente ingarbugliata tale da diventare ogni giorno sempre più misteriosa agli occhi sia degli addetti ai lavori sia dei cittadini di Spoltore.

LA VICENDA IERI

Nel 2001 fu fatto un accordo di programma tra Arca e Comune in cui fu firmata una convenzione che prevedeva la realizzazione di alcune opere pubbliche tra i quali un campo di calcio. La società Arca srl nel 1999 ebbe l’intuizione di costruire una sorta di “New Town” nell’immenso verde del comune di Spoltore: centro commerciale, scuola e appartamenti. Per realizzare tutto questo la società fu fatta tale convenzione il 25 maggio del 2001 con il Comune guidato allora da Donato Renzetti. Per realizzare il progetto, sotto certi aspetti anche innovativo, era necessario modificare dei vincoli paesaggistici e, in cambio di ciò, la società Arca Srl doveva garantire la realizzazione di opere d’interesse pubblico: viabilità (compreso lo svincolo dell’asse attrezzato), marciapiedi, impianti luce e gas e appunto la scuola ed il campo da calcio. 

LA VICENDA OGGI

La società Arca srl oggi non esiste più. I progetti che dovevano essere realizzati dall’Arca, ad oggi, non esistono e, nel frattempo, sulla vicenda è intervenuta la magistratura per fare chiarezza. Tra l’altro, il Comune successivamente all’approvazione del piano particolareggiato di Villa Raspa, ha adottato una delibera di giunta quando la competenza dovrebbe essere del Consiglio comunale modificando sostanzialmente il piano. «Anche se le opere non sono state portate a compimento, esiste comunque una polizza fideiussoria che deve garantirne la realizzazione» afferma Marina Febo consigliere del Pdl al Comune di Spoltore. «Con molto stupore», racconta, «ho scoperto che la società “l’Intercontinentale SpA” è stata costituita nel luglio 2001, solo due mesi dopo la stipula della Convenzione tra l’Arca e il Comune, e che ha rilasciato la polizza fideiussoria all’Arca nel dicembre dello stesso anno e nel febbraio successivo è stata trasformata in Srl e contestualmente messa in liquidazione, con trasferimento della sede legale da Firenze a Reggio Calabria». Al fallimento, la società aveva in cassa un capitale sociale in liquidazione di 14.500 euro (mentre doveva garantire una fideiussione per 5 milioni di euro circa) e i soci erano due signori anziani, uno del 1928, uno del 1924 e un cittadino marocchino. Filomena Piccapane del 1928 era già nota alla Guardia di finanza per l’emissione di assegni senza provvista. Il sindaco a tutto questo non risponde e se ne lava le mani.

BENIAMINO BUZZELLI:«SE QUA VENGONO FUORI LE COSE GLI SCHIZZI DI MERDA ARRIVANO A ROMA»

Durante un consiglio comunale straordinario, Claudio Santurbano ex assessore ai Lavori pubblici dell’amministrazione Ranghelli ha riferito di un colloquio avvenuto tra lui e l’ingegner Beniamino Buzzelli dell’Arca in cui pronunciava tali parole:«se qua vengono fuori le cose gli schizzi di merda arrivano a Roma». A chi si riferiva Buzzelli? Forse a qualche parlamentare? Perché l’attuale sindaco Di Lorito non risponde?

di Antonio Del Furbo

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