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Non usa mezzi termini la “madre coraggio” che da tempo lotta contro le istituzioni per assicurare una degna assistenza al figlio autistico.

“Chiamerò in regione per un appuntamento con il presidente Marsilio e l’assessora Nicoletta Verì” scrive su Facebook Marie Hélène Benedetti, mamma di Thomas. E, aggiunge, “Se non otterrò un appuntamento e la risoluzione immediata per le terapie adeguate di mio figlio, il 18 novembre inizierò lo sciopero della fame e della sete legata con megafono e telecamere davanti al palazzo della Regione Abruzzo a Pescara e mi lascerò morire li davanti di fame e sete fino a quando non risolverete”.

La vicenda

“Ho vinto un ricorso al tribunale per le terapie di mio figlio autistico” ci spiega Marie Hélène. “La Asl costretta dal giudice vuole piazzarci in un centro a Vasto senza darci l’opportunità di scelta”. Il punto è che, però, secondo la donna “Quel centro per mio figlio non va bene”. Per Thomas i genitori hanno scelto il “San Stef.Ar. che è un altro centro convenzionato – aggiunge ancora la mamma del piccolo – dove si curano altri bambini autistici e dove ci sono dei terapisti che possono fare al caso di mio figlio”. Al Cireneo, invece, ci sono “bambini medio-gravi diversi dalla situazione di mio figlio”.

Il ricorso

I genitori, dunque, hanno presentato un ricorso (ex art. 700 c.p.c.) al Tribunale di Vasto per “poter sottoporre il loro figlio minore Ninni Thomas di due anni a trattamento riabilitativo in regime ambulatoriale dedicato per l’autismo (ADA) con frequenza di 4 sedute a settimana, ciascuna della durata di 90 minuti dalla presa in carico”. Thomas, come spiega il giudice, deve effettuare “trattamento di tipo logopedico, psicomotorio, cognitivocomportamentale e psicoeducativo, per favorire il progresso delle abilità comunicativorelazionali, comportamentali, di motricità e di linguaggio recettivo espressivo e pragmatico, migliorando le abilità adattative con l’obiettivo di migliorare le abilità comunicativorelazionali e ridurre il disturbo comportamentale, mediante le metodologie previste dalla scienza medica”.  Dunque, la Asl 02 di Lanciano-Vasto-Chieti avrebbe dovuto prendere in carico Thomas “direttamente o avvalendosi di strutture specializzate” in un centro autorizzato vicino alla propria residenza di Vasto, “con interventi riconosciuti delle Linee Guida Nazionali per l’Autismo e di eseguire trattamenti fino a quando sarà considerato necessario ed utile per la salute del piccolo paziente.”  

Il ricorso della Asl

La Asl, però, ha obiettato la richiesta dei genitori su vari punti. Thomas, che è stato preso in carico dalla struttura Paolo VI di Pescara, convenzionata con la Asl 02 di Lanciano-Vasto-Chieti, ha ricevuto le cure dal gennaio 2018. Sul punto i genitori hanno evidenziato le difficoltà legate alle spese e ai disagi cui vanno incontro per recarsi presso la struttura di Pescara e, soprattutto, le crisi ricorrenti del bambino causate da tali spostamenti. La Asl, però, si è giustificata per via dell’impossibilità di eseguire il trattamento presso il centro convenzionato “Il Cireneo” di Vasto a causa delle lunghe liste di attesa.

La sentenza

Il giudice, con la decisione del 13 settembre scorso, ha accolto la richiesta dei genitori di Thomas ordinando alla Asl di prendere in carico il minore Ninni Thomas direttamente o avvalendosi di strutture specializzate in un centro autorizzato vicino alla residenza del minore, ovverosia Vasto, con interventi riconosciuti delle Linee Guida Nazionali per l’Autismo e di eseguire trattamenti fino a quando sarà considerato necessario”.

 La lettera della Asl

Non riconoscendo la validità del centro, i genitori di Thomas non si sono presentati presso il “Cireneo”, il centro dove il giudice ha obbligato la Asl a prendersi cura di Thomas. Per la Asl, però, la struttura è quella “più assimilabile a quella specializzate in autismo, sebbene solo autorizzata all’attività ambulatoriale”.

Autismo Abruzzo onlus

“Dopo aver conseguito le ordinanze dal Giudice di Vasto (13 settembre 2019) e Chieti (17 luglio 2019) per due bambini attendiamo da troppo tempo l’attuazione da parte della ASL di Chieti” spiega il Presidente dell’associazione Autismo Abruzzo Onlus, Dario Verzulli. “La burocrazia arriva a sminuire il valore di una ordinanza e con inutili comunicazioni spende la vita delle famiglie come se fosse ‘tempo a perdere’. Abbiamo inviato una mail certificata alla Regione Abruzzo e alla ASL di Chieti in data 30 ottobre 2019. Senza azioni concrete non ci resta che agire nelle sedi giudiziarie a carico della ASL inadempiente.
Il diritto alle cure per bambini e ragazzi con autismo prima di tutto, specie se acclarato dalle ordinanze.”

“La politica lenta”

“Questo è il buon operato di Asl e politici di destra e sinistra abruzzesi” conclude Marie Hélène. “A settembre abbiamo vinto un ricorso in tribunale contro la ASL dove è scritto che ho un diritto di scelta del centro convenzionato e che la Asl deve dare le terapie a mio figlio, invece la ASL sta giocherellando a tentare di piazzarci in un centro inadeguato per mio figlio e scelto da loro, come se avessimo tempo da perdere, quando il tempo per mio figlio è tiranno. Non avremo terapie, non avremo pace ma la faccia ve la faccio cadere davanti a tutta italia!”

di Antonio Del Furbo

Di admin

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