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Massimo Numa, giornalista del quotidiano nazionale La Stampa, ha deciso di querelarci. Dopo i nostri articoli sulla vicenda No-Tav e la pubblicazione di una lettera dell’Anpi, nella quale si muoveva una forte critica al suo libro “La Stagione del Sangue”, l’autore ci ha accusato di di offrire spazi d’informazione all’ala estremista dei No Tav.

Massimo Numa, giornalista del quotidiano nazionale La Stampa, ha deciso di querelarci. Dopo i nostri articoli sulla vicenda No-Tav e la pubblicazione di una lettera dell’Anpi, nella quale si muoveva una forte critica al suo libro “La Stagione del Sangue”, l’autore ci ha accusato di di offrire spazi d’informazione all’ala estremista dei No Tav.

«Lei si presta nuovamente a offrire il suo sito web, e di nuovo senza contradditorio, a chi sta organizza e sta organizzando una continua campagna d’odio e di denigrazione nei miei personali confronti con tutte le note e evidenti conseguenze sul piano della sicurezza personale mia e, purtroppo, anche della mia famiglia» ci scrive Massimo Numa. Non capiamo in che modo possiamo mettere in pericolo la vita del giornalista ripubblicando notizie, tra l’altro già note, dei componenti No Tav e delle associazioni antifasciste.  «La mia rettifica – continua Numa –  sul caso precedente, non l’ha inserita nel servizio diffamatorio sull’inesistente caso delle mail-civetta ma l’ha isolata, in modo tale che viene solo riciclato all’infinito il primo servizio, quello diffamatorio. Correttezza voleva che la mia precisazione fosse unita al testo diffamatorio. Adesso è ancora peggio. Quelle sezioni Anpi che mi attribuiscono l’etichetta da neo-fascista sono composte in massima parte da attivisti dell’Autonomia e delle frange estreme del movimento No Tav. La prefazione di quella ricerca del ’92 è stata scritta da un sindaco di una giunta di centro sinistra ed eletto per due mandati nel Comune di Finale Ligure. Vuole che un sindaco di sinistra firmi la prefazione a un libro “neofascista”? Era una ricerca su un tema sì controverso (i Caduti dopo il 25 aprile) ma nulla, neanche un rigo, che possa essere ricondotto al neofascismo. Mi dispiace per chi alimenta l’odio, ma il sottoscritto è un antifascista.  Dopo l’invio dell’ordigno, i vertici dell’Anpi mi hanno inviato messaggi di solidarietà e di stima personale. Le sembra credibile che tali messaggi vengano inviati a un “neofascista”? Ho già provveduto (non ho altro modo per difendermi) a querelare i presidenti delle tre sezioni Anpi per diffamazione aggravata. Mi dica lei, ora, cosa devo fare». La Legge non ci impone la rettifica ma, comunque sia, lo abbiamo fatto. 

In una successiva email Numa ci invita a tenere conto della realtà dei fatti. Inoltre il giornalista è convinto che cerchiamo solo notizie che lo diffamano. Siamo in buona fede e, se ci sono complotti nei riguardi di qualcuno, siamo ben pronti a scoprirne i motivi. Peccato che Massimo Numa non crede alle nostre intenzioni e ha preferito lasciarci con un secco:”Vi querelo”.

di Antonio Del Furbo

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