Mister Matteo Ruspa Salvini vorrà pur fare l’Italia unita (sì sì proprio il Matteo della Milano capitale) ma qualcosa gli sta sfuggendo (forse) nella terra dei pastori. Antonio Del Furbo
Sembrava ieri quando gli aderenti al nuovo soggetto politico Noi con Salvini Abruzzo si ‘spaccavano’ sulle spalle, si abbracciavano e si ‘pomiciavano’ fieri del lavoro svolto. E che lavoro! Era il 21 marzo di quest’anno e nella foto di rito c’erano tutti. C’era il coordinatore regionale, Simone Angelosante, ma c’era anche (udite udite) Alfredo Castiglione, proprio lì, vicino vicino al coordinatore. Vicini nello spazio ma anche nell’ideale di lotta contro quella sinistra radical chic e quei grillini abruzzesi senza storia personale. Lontanissimi, tutti, dall’oligarchia catto-comunista e dalle logiche dalfonsiane. Mancava solo la frase:“Potere al popolo, fotti il potere”.
A distanza di qualche mese, però, qualcosa è andato storto. “Per ambire a prima forza regionale – tuonava Angelosante – bisogna essere qualcuno nella vita e aver dimostrato qualcosa. I parlamentari eletti con Grillo prima di arrivare in Parlamento erano zero. Noi nella nostra squadra abbiamo pezzi da novanta come Alfredo Castiglione“.
Peccato che quel pezzo da novanta appena quattro mesi dopo ha annunciato le sue dimissioni dal Movimento. Lo ha fatto in un lungo post su Facebook grondante di lacrime. Decine e decine di righe che dovrebbero essere lette avvertendo il lettore. Parole dure ma tristi. Accuse violente ma tristi. Puntualizzazioni che spaccano il millimetro ma pur sempre tristi.
“Con rammarico, ma anche con la consapevolezza di aver fatto tutto il possibile per dare forza a un progetto politico rimasto a oggi solo lettera morta – scrive Castiglione – , mi vedo costretto a lasciare il movimento Noi con Salvini Abruzzo“. Poche righe sufficienti per piangere e stringersi intorno all’ex presidente regionale. Ma non basta. E Castiglione prosegue come uno scrittore rifugiatosi nella casetta di legno in montagna:”Sono stato il primo a guardare al movimento che l’on. Matteo Salvini stava organizzando quando ancora la Lega Nord non arrivava nei sondaggi all’8 o al 10%, tra i primi a condividere la linea politica dello stesso Salvini eccezion fatta per qualche perplessità sull’opportunità di uscire dall’Eurozona in modo così drastico. Di certo non cercavo parcheggi o divise”.
Quindi la forte delusione:“è stata l’assoluta mancanza di un’azione di radicamento sul territorio; si è invece preferito affidarsi a persone inesperte o quasi di politica e di attivismo politico organizzativo, a percorsi di sbandierata inclusione politica affidati a improvvisate chat gestite spesso da fuori regione, ad alleanze assurde e prive di fondamento come quella scellerata con il Pli (Partito Liberale italiano) il cui referente, l’On. Daniele Toto, appoggia apertamente il centrosinistra alla Regione e al Comune di Pescara. Contro questo ‘abbraccio mortale’ – l’esito del voto a Chieti ne è la conferma inoppugnabile – il sottoscritto, interpretando oltretutto le linee guida nazionali del movimento indicate dallo stesso Matteo Salvini, ha manifestato fin da subito tutta la propria contrarietà rendendola nota sia al Direttivo regionale che al segretario nazionale di Noi con Salvini, senatore Raffaele Volpi. Mi fu risposto allora ‘questa è una caserma e gli ordini vanno rispettati se presi a livello nazionale’.”
Castiglione ha parlato “di un direttorio regionale-farsa e di un coordinamento bulgaro, tutto basato su un rapporto fiduciario con il dottor Simone Angelosante, coordinatore regionale, e mai ratificato a livello nazionale”. Noi con Salvini è, secondo Castiglione, “una chat, o una serie di chat gestite con fare schizofrenico, e come tale una scatola vuota senza struttura e senza contenuti. Il dottor Angelosante, come un Re Artù del Terzo Millennio con la spada apposta solennemente sulla spalla di ingenui esecutori genuflessi, sta provvedendo pro domo propria ad effettuare nomine sul territorio come se il movimento si chiamasse ‘Noi con Angelosante’.”
Dunque un concetto già espresso da Angelosante il giorno della presentazione del Movimento:”Non si può puntare solo sul nome di Salvini per affermare se stessi in politica”. Castiglione non ha dubbi:“È come se la Lega Nord qui avesse messo in piedi un ‘innovativo’ franchising. Sono rimasto per qualche mese sull’Aventino ad aspettare che accadesse qualcosa di utile a riportare la vicenda in un contesto davvero politico. Ma è stato tutto inutile. La mia breve esperienza in Ncs è stata certamente negativa sia per le persone cui il movimento si è affidato, persone senz’altro prive di esperienza e razionalità, sia per la mancanza di progetti e programmi. Rassegno le mie dimissioni irrevocabili”.
Tutto va bene, sì. Ma ora: chi sarà capace di rinfiammare il cuore di Alfredo?