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Il maltempo in Abruzzo ha portato morte e distruzione. E, se qualcuno avesse ancora dubbi, ha mostrato al mondo intero anche l’incapacità dello Stato di salvaguardare la salute e, in questo caso, la vita dei cittadini.

Accade così, che un sindaco di un piccolo comune del chietino, Rapino, racconti dettagli interessanti sui giorni drammatici vissuti nel piccolo borgo.

Rocco Micucci, ospite de “L’Arena” di Massimo Giletti, non ci sta a prendersi le colpe:

“noi siamo stati l’anello debole della catena, ed è vero anche che rappresentiamo l’autorità della Protezione civile sul posto e prendiamo il pieno controllo di tutti i soccorsi sul posto”.

Ma aggiunge Micucci:

“noi non avevamo i mezzi” e, quindi, il sindaco di Rapino ha applicato la legge a cui lui stesso ha fatto riferimento in studio:

“quando le calamità naturali non possono essere fronteggiati con i mezzi a disposizione del Comune, il sindaco chiede l’intervento di altre forze e strutture al Prefetto”.

“Noi conosciamo benissimo com’è il sistema della cabine di diffusione della corrente elettrica nel nostro comune, eravamo da cinque giorni senza luce e io dal primo giorno insistevo nel chiamare la Prefettura”.

Dunque, a Micucci risponde un funzionario della Prefettura:

“ho chiesto di mettermi in contatto con l’Enel così da potergli indicare il guasto e con solo un quarto d’ora di lavoro ripristinare la corrente”. Il funzionario della Prefettura, però, risponde che non è possibile e che dovrà arrivare un generatore.

“il generatore è poi arrivato ma è andato subito via, perché i dipendenti dell’Enel hanno risolto tutto con un quarto d’ora. Noi siamo stati cinque giorni con gli anziani, i malati, in condizioni penose”.

Poi l’appello finale:

“Vorrei uno Stato che funzionasse e che non si deresponsabilizzasse. Questo è il gioco che stanno facendo”.

Giletti, poi, chiede a Micucci se è vero che ha chiamato il numero di emergenza fornitogli dalla Prefettura e a cui doveva fare riferimento: Micucci afferma che chi doveva rispondere era in vacanza in Argentina.

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