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Si è costituito ieri sera, in carcere, a Pescara, Maurizio Longo, il 44enne pescarese condannato a due anni per minaccia a pubblico ufficiale perché nel 2011 avrebbe scritto una lettera minatoria al sindaco del capoluogo adriatico Luigi Albore Mascia, annunciando di essere pronto a sparargli alle ginocchia a causa del mancato rinnovo di un permesso per un banco vendite al mercato.

Si è costituito ieri sera, in carcere, a Pescara, Maurizio Longo, il 44enne pescarese condannato a due anni per minaccia a pubblico ufficiale perché nel 2011 avrebbe scritto una lettera minatoria al sindaco del capoluogo adriatico Luigi Albore Mascia, annunciando di essere pronto a sparargli alle ginocchia a causa del mancato rinnovo di un permesso per un banco vendite al mercato.

Attraverso la polizia penitenziaria, la squadra mobile ha notificato a Longo dei provvedimenti che lo riguardano, tra cui una misura cautelare per rapina e una condanna diventata definitiva. Maggiori dettagli saranno forniti in mattinata dalla squadra mobile. Il sindaco, da allora, si muove sotto scorta, sempre accompagnato dalla polizia municipale. A Longo la squadra mobile ha notificato un provvedimento relativo ad un residuo di pena di due anni e sei mesi circa che deve scontare per una rapina messa a segno all’ufficio postale di Collecorvino a marzo 2010. Per questo episodio Longo era stato arrestato dai carabinieri. Il secondo provvedimento che lo riguarda è una misura cautelare per una rapina consumata nell’ottobre 2013 alla banca Caripe in via Paolini, a Pescara. L’uomo è riuscito a portare via 8500 euro, nonostante sia stato subito bloccato dai cassieri, che lo hanno costretto ad togliersi sciarpa e occhiali con cui si era travisato. E’ stato riconosciuto successivamente dagli uomini della terza sezione della mobile, coordinata dal sostituto commissario Mauro Sablone, e per lui è stata richiesta ed emessa la misura cautelare, mai eseguita perche’ Longo era latitante. I carabinieri della Compagnia di Pescara, invece, hanno notificato a Longo una misura per l’aggravamento della misura cautelare perché è evaso dai domiciliari. Era costretto in casa a seguito dell’arresto, effettuato dai militari del Nucleo investigativo, per la rapina avvenuta nel 2010 ai danni dell’ufficio postale di Loreto Aprutino, ma nel corso di un controllo i carabinieri non l’hanno trovato.

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