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Dopo un periodo di lunga sofferenza, si è spento il precursore della tv via cavo. Antonio Del Furbo
Guido Fusilli non ce l’ha fatta. La notte scorsa ha salutato tutti nella sua casa di Montesilvano (Pe). Gli ultimi giorni di Guido sono stati di grande sofferenza!” ha ricordato il suo amico e socio Pasquale Tritapepe, altro personaggio noto che ha contribuito a fare grande l’emittenza locale abruzzese. Carmelo Grasso, altro amico e socio lo ricorda con la foto che abbiamo ripreso:“Ciao Guido, voglio ricordarti con infinita stima e sincerità, un abbraccio” scrive sulla sua bacheca Facebook.
 
Guido Fusilli era nato a Pescara il 18 marzo del 1943. Fu il vero pioniere della tv privata. Fu lui a fondare la prima rete televisiva, TeleadriaticaTv cavo, nei primi anni ’70. E questa cosa lo inorgogliva. Me lo ribadì a proprio lui, a seguito di un mio articolo del 2 settembre 2013.
 
“Anto’, la prima  televisione privata in Abruzzo l’ho fatta io” mi disse. “Fu quella via cavo, allungammo centinaia di metri di cavo per fare una diretta” aggiunse. Il suo era un racconto che tradiva emozione, felicità. Raccontava quegli anni come un bimbo quando è alle prese con un giocattolo nuovo. “Telebiella di Giuseppe Sacchi arrivò molto tempo dopo quella mia pescarese” disse riferendosi all’esperimento biellese. E in quegli anni le cose non erano così facili visto che proprio a Telebiella la polizia tagliò tutti i cavi. 
Ma quelli erano gli anni ’70 e il sistema lo si combatteva per davvero. Si combatteva contro lo Stato, punto. Si combatteva per la sacrosanta libertà di parola e contro il monopolio radiotelevisivo statale. E si combatteva anche contro quei giudici che imponevano leggi che mai avrebbero permesso un allargamento delle rappresentanze culturali.
 
“È stato uno dei pochi a comprendere le potenzialità dell’emittenza privata, e si è sempre impegnato per favorirne la crescita” ha detto ancora il suo compagno di tante avventure, Pasquale Tritapepe. Fu chiamato a dirigere la prima Rete 8 e praticamente a costruirla,sia tecnicamente, sia nell’organizzazione della struttura operativa e di redazione. Guido è stato anche direttore editoriale di Telemare, e di TVQ, per approdare nuovamente a Rete 8, dove per molti anni ha ricoperto ruoli dirigenziali”.
 
A gennaio scorso mi scrisse in chat lamentandosi delle conseguenze del brutto incidente avuto in auto. Ho la macchina distrutta, e sono a casa in convalescenza!!! 2015 inizio di merda speriamo bene…” mi disse.
Una sera mi scrisse:“ma sei fascista? Ho visto che hai messo ‘mi piace’ sulla pagina di Casapound!!”. Mi misi a ridere. Gli diedi del leghisita e mi fece una pernacchia, ovviamente virtuale. Le nostre discussioni andarono avanti fino al 6 febbraio. Un giorno mi chiamò al telefono per lamentarsi ancora una volta del trattamento riservatogli nei vari nosocomi d’Abruzzo. “Anto’, devi venire e vedere che schifo ci sta qua” mi disse. “Da disabile non riesco nemmeno a entrare in ospedale perché i medici parcheggiano le auto dove dovrei passare con la carrozzella. E nessuno dice niente”.
Lo sentii veramente inquieto in quella telefonata di marzo. Mi sentii male per la rabbia. So che c’era da fare un grosso lavoro di denuncia ma, purtroppo, dovetti fare i conti con i mezzi a disposizione.
 
Ecco, quel giorno mi sentii una rabbia addosso come poche volte. Chissà cosa stava vivendo Guido in quei giorni che nessuno, forse, mai riuscirà a raccontare. La cosa di cui ero certo però, era che stesse soffrendo per la cattiva gestione dell’ospedale e non per le sue condizioni fisiche. Ma mi sbagliavo.
 
Dopo quattro mesi Guido Fusilli è morto. Senza nemmeno riuscire a salutarlo.
 

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