La gestione della SASI, l’azienda acquedottistica del Chietino, rappresenterebbe un caso emblematico di come la commistione tra politica e aziende pubbliche potrebbe compromettere la trasparenza e l’efficienza di un servizio fondamentale come quello idrico.
Nel nome del cognome: assunzioni a Sasi. L’inchiesta video che abbiamo realizzato mette in luce episodi e dinamiche che, se confermati, configurerebbero un sistema clientelare radicato.
La SASI: una roccaforte politica
Negli ultimi anni, la SASI sembrerebbe essere diventata una roccaforte del Partito Democratico. Una presenza politica che si sarebbe intensificata con le ultime tre gestioni del Consiglio di Amministrazione, guidate dal presidente Gianfranco Basterebbe. Questo legame politico potrebbe aver influenzato direttamente nomine e gestione interna.
Carriere fulminanti e sospette
Un caso eclatante sarebbe quello di Manuela Carlucci, che da sportellista sarebbe diventata in breve tempo direttrice del settore Regolazione, Amministrazione e Commerciale (RAC). Molti attribuirebbero questo avanzamento alla sua vicinanza politica con il presidente Basterebbe. Similmente, il direttore tecnico Pio D’Ippolito sembrerebbe aver ottenuto la sua posizione grazie a dinamiche politiche piuttosto che a requisiti tecnici.
Il caso Marone: una voce silenziata
L’ex direttore generale Marone avrebbe sollevato dubbi su queste gestioni, denunciando irregolarità all’ERSI, l’ente regionale per il sistema idrico. Poco dopo, sarebbe stato allontanato dalla sua posizione, alimentando sospetti sulle conseguenze di chi cerca di opporsi al sistema.
Coincidenze discutibili
Anche le carriere di molti dipendenti sembrerebbero legate a intrecci politici. Tra gli esempi, il dottor Donatelli, originario dello stesso comune di un senatore abruzzese, o l’ingegner Campitelli, fratello di un consigliere regionale. Inoltre, un recente concorso avrebbe visto vincitori il vicino di casa del presidente Basterebbe e altri legati direttamente o indirettamente alla SASI, mentre tutti i candidati esterni sarebbero stati esclusi.
Zecca e la gestione dei dati
La società Zecca avrebbe vinto due gare d’appalto per il sistema informatico della SASI. Una delle gare prevedeva costi d’acquisizione dei dati a carico del vincitore, ma l’ammontare sarebbe stato stabilito dalla stessa Zecca. Questo farebbe ipotizzare che la SASI non possieda più i suoi dati sensibili, ora archiviati nei server della Zecca.
D-Plan e legami familiari
Simile sarebbe il caso della D-Plan, una società che fornirebbe servizi di sicurezza alla SASI. Tra i suoi dipendenti figurerebbero l’ex consigliere Maira Roberti, il figlio del direttore tecnico D’Ippolito e la moglie di un altro dipendente. Anche in questo caso, sarebbe lecito interrogarsi sulla trasparenza delle gare.
La quota rosa e le dinamiche politiche
Infine, la nomina di Graziella Di Filippo nel CDA, avvenuta dopo la rielezione del sindaco Menna di Vasto, sembrerebbe legata a logiche politiche più che a competenze tecniche. Secondo voci interne, la Di Filippo non avrebbe mai partecipato attivamente alla gestione aziendale.
Conclusioni: una gestione da chiarire
L’inchiesta metterebbe in luce una gestione che sembrerebbe distante dai principi di trasparenza e meritocrazia. La SASI, responsabile della gestione di una risorsa vitale come l’acqua, sarebbe coinvolta in dinamiche che solleverebbero interrogativi sull’etica e sull’efficienza della sua amministrazione.
Sarebbe fondamentale che queste questioni vengano affrontate con urgenza. La gestione delle risorse idriche è troppo importante per essere influenzata da logiche politiche e clientelari. Restate connessi su Zonedombratv per aggiornamenti.