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Il mistero su “Ombrina Mare”. La Regione non ne sapeva nulla e le associazioni ambientaliste contestano la scelta del governo regionale in un dibattito pubblico

Pescara, 01 marzo 2013 – «Scandalosa la posizione del Ministero dei Beni Culturali, al pari di quella incomprensibile del Ministero dell’Ambiente». Non lascia scampo il giudizio manifestato da Legambiente, in merito al parere favorevole espresso dal Ministero dei Beni Culturali nell’ambito della procedura di valutazione di impatto ambientale sul progetto di sviluppo del giacimento Ombrina Mare da parte della Medoilgas.

«Nel recente passato il Ministero dei Beni Culturali ha espresso parere sfavorevole sul progetto di parco eolico offshore a 10 Km di distanza dalle coste abruzzesi e molisane – spiega Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo – ma parere favorevole alla piattaforma petrolifera con annessa nave di stoccaggio di 350 metri di lunghezza e 17 km di gasdotto a 6,5 km dalla costa teatina.Una posizione contraddittoria che, oltre a penalizzare le fonti energetiche rinnovabili rispetto a quelle fossili, pone seri dubbi sulla giusta valutazione ambientale e paesaggistica dell’opera».

Con l’emanazione del decreto interministeriale tra Ministero dell’Ambiente e Ministero dei Beni Culturali, l’iter autorizzativo del progetto della Medoilgas ha compiuto un ulteriore ed importante passo avanti che rischia di compromettere il futuro dell’intera costa teatina e spiana la strada alla deriva petrolifera auspicata dal ministro Passera.

«La partita, comunque, non è ancora chiusa – continua Angelo Di Matteo – Prima del rilascio dell’autorizzazione, il Ministero dello sviluppo economico dovrà convocare la conferenza dei servizi, nella quale saranno sentiti, così come dice la norma, i pareri degli enti locali posti nel raggio di dodici miglia dalle aree marine e costiere interessate».

La Regione, la Provincia di Chieti e i comuni di Francavilla al Mare, Ortona, San Vito Chietino, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Torino di Sangro, Casalbordino e Vasto saranno quindi chiamati ad esprimere, e questa volta senza possibilità di appello, i propri pareri. L’Abruzzo dovrà presentarsi compatto e convinto per garantire un futuro di qualità alla costa teatina e riportare al nuovo Parlamento e al nuovo governo la ferma contrarietà della popolazione abruzzese alla dissennata politica energetica del Paese.

«Il momento è molto delicato e non sono ammessi distinguo – conclude Angelo Di Matteo – Le forze politiche e sociali devono esprimere compattezza e un’unitarietà d’intenti nell’interesse dell’Abruzzo con l’obiettivo di ripristinare il decreto dell’allora Ministro Prestigiacomo, e tanto avversato dal Ministro Passera e dalla lobby dei petrolieri, che vietava la ricerca e la coltivazione degli idrocarburi liquidi entro la fascia delle cinque miglia dalla costa. Un impegno esplicito da esigere dai nuovi parlamentari, a partire da quelli abruzzesi».

GIANNI CHIODI PRENDE IMPEGNI…

Il presidente della Regione, Gianni Chiodi, incontrera’ giovedi’ a Roma il sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, per conoscere i termini della vicenda legata all’autorizzazione per “Ombrina mare” e per esprimere il proprio dissenso a questa operazione. Lo ha annunciato lo stesso Presidente nel corso dell’assemblea pubblica, organizzata da Confcommercio e Wwf, che si e’ tenuta alla Camera di commercio di Chieti contro il progetto di petrolizzazione sulla costa teatina. L’assemblea ha anche deciso che il 14 aprile prossimo si terra’ una grande manifestazione pubblica contro il progetto di petrolizzazione. Il presidente Gianni Chiodi ha confermato che «alla Regione non e’ mai pervenuto alcun sollecito da parte del ministero dell’Ambiente su Ombrina mare, ne’ che il protocollo informatico abbia mai registrato una missiva del ministero dell’Ambiente avente questo oggetto. Per cui – ha aggiunto Chiodi – giovedi’ chiederemo a De Vincenti e ai rappresentanti del ministero dell’Ambiente conto di questa situazione. E’ chiaro che la posizione della Regione sara’ di netta contrarieta’ a questo progetto e nella riunione di giovedi’ esprimeremo il nostro parere di dissenso, anche se esso, secondo quanto stabilisce la legge, esso e’ di tipo consultivo e non vincolante». Nel suo intervento il presidente della Regione ha anche tracciato un percorso politico e amministrativo per scongiurare l’intervento di Ombrina mare sulla costa teatina. Percorso che iniziera’ giovedi’ con l’incontro con ministero Sviluppo economico e Ambiente e che proseguira’ in Conferenza delle Regioni. «Se vogliamo tutelare fino in fondo il nostro territorio – ha detto Chiodi – dobbiamo chiedere al Parlamento la modifica della legge nazionale e in questo senso chiedero’ alla Conferenza delle Regioni di votare una richiesta ufficiale in tal senso. E’ un atto che interessa tutte le regioni costiere italiane». Il presidente della Regione si e’ detto infine «fiducioso che la vertenza Ombrina mare si concludera’ positivamente per la regione, in quanto si puo’ ancora incidere sulla procedura autorizzativa. Per il Centro Olii, quando si e’ insediato questo governo regionale, la situazione era molto piu’ complessa e compromessa eppure siamo riusciti ad evitare l’intervento».

…E SCRIVE ALLA PRESIDENZA DELLA CONFERENZA DELLE REGIONI

Chiodi ha chiesto, inoltre, di inserire all’ordine del giorno della prossima riunione della conferenza dei Presidenti delle Regioni il problema delle trivellazioni nel mare Adriatico al fine di adottare una posizione comune. «Abbiamo la necessita’ – ha detto Chiodi – di fare fronte comune tra Regioni perche’ la nostra costa mantenga le caratteristiche proprie di un territorio votato allo sviluppo turistico e perche’ la problematica riguarda l’Italia intera e non solo l’Abruzzo. E’ necessario bloccare subito la procedura di rilascio delle autorizzazioni governative». Cosi’, con una nota inviata al Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, Chiodi propone l’abrogazione del D.L. 22 giugno 2012 n. 83 nella parte relativa all’art. 35 comma 1 che modifica di fatto l’art. 6 comma 17 del D.lgs 128/2010 a firma dell’allora ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo che, sotto il governo Berlusconi, istituiva il divieto di ricerca, prospezione o coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi all’interno di aree marine e costiere nonche’ all’esterno delle stesse, nelle zone marine poste entro dodici miglia dalle aree protette. Questo potrebbe rappresentare la soluzione piu’ immediata per porre la parola fine al progetto “Ombrina mare 2”. Il Presidente ribadendo una forte contrarieta’ alle trivellazioni ha voluto coinvolgere cosi’, sia il nuovo Parlamento sia le Regioni italiane nell’ambito della Conferenza dei Presidenti, affinche’ si arrivi ad una posizione unitaria per esprimere contrarieta’.

CHIODI E LA LETTERA SPARITA

Chiodi durante l’assemblea pubblica alla camera di commercio di Chieti scalo risponde anche a quanti lo accusano di non aver dato il parere negativo al Governo per l’Ombrina Mare. «La Regione non ha mai ricevuto quella lettera» ha dichiarato il Presidente della Regione Abruzzo. «Da una attenta ricerca sul protocollo regionale, nessuna comunicazione o sollecito di luglio 2012 risulta mai pervenuta dal Governo Monti».
Parola di Gianni Chiodi che spiegava così, ieri, i motivi per cui la Regione non ha mai detto no ad Ombrina Mare. Eppure quella richiesta dal Ministero dell’Ambiente è uscita: protocollata l’11 luglio del 2012 e indirizzata all’ufficio Via della Regione Abruzzo (direzione Parchi, territorio, Ambiente, Energia) di via Leonardo da Vinci 6, L’Aquila. Il responsabile della direzione è Antonio Sorgi. Primadanoi.it pubblica però il documento inviato dal Ministero alla Regione. Dove si è persa?


di Antonio Del Furbo

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