Pachino è un comune italiano di 22mila abitanti del libero consorzio comunale di Siracusa in Sicilia. La città ospita la coltivazione IGP del pomodoro ciliegino detto, appunto, Pachino.
Ora, però, a Pachino c’è un problema. Gli agricoltori hanno deciso di non raccogliere più il Pachino perché non conviene. “Produrre un chilo di pomodoro mi costa un euro, tra l’acquisto della piantina e i costi della plastica, dei gancetti, delle tasse, degli operai che devono raccoglierlo e poi trasportarlo” racconta a ilfattoquotidiano.it Sebastiano Cinnirella, imprenditore agricolo. “Adesso il ciliegino si vende a 50-60 centesimi al kg, a 30 il pomodoro da insalata. Non vale la pena raccoglierlo”. L’azienda di Sebastiano non è a marchio Igp: “Se lavoriamo così per un altro mese, non prendo nemmeno i soldi della plastica – aggiunge – e tutti quelli che ho speso sono a perdere”.
Un piccolo supermercato locale vende a 1 euro e 39 centesimi al kg il pomodoro ‘datterino’ importato dal Camerun. “La distribuzione dovrebbe agevolarci a vendere il prodotto, ma nello stesso tempo è quella che ci danneggia – racconta Paolo Cavallaro, un altro agricoltore –, perché non possiamo competere con questi prezzi”.
La questione riguarda i trattati siglati dall’Unione Europea con i paesi del Nord Africa che prevedono “misure di liberalizzazione reciproche per i prodotti agricoli” e “per i prodotti agricoli trasformati”. Ma i produttori stranieri hanno costi di produzione più bassi, e per i concorrenti siciliani è impossibile competere. “Il ministro Maurizio Martina (Politiche agricole alimentari e forestali nei governi Renzi e Gentiloni, ndr) si era impegnato per la vendita alla grande distribuzione, promettendo per questa un percorso di filiera – raccontaAldo Beninato -, tutto questo non c’è stato, siamo abbandonati a noi stessi”.
Pachino è una città che fonda la sua economia essenzialmente sull’agricoltura. Ed è un peccato che l’Europa debba decidere la sua morte.