“Stiamo combattendo una guerra contro il Covid? Allora, come in tutte le guerre, il Governo deve dosare le informazioni sulla pandemia. Con meno democrazia, rinunciando a un po’ di libertà”.
Il professor Mario Monti è senatore a vita, non deve inseguire il consenso per essere rieletto. Può quindi permettersi di dire frasi simili. Senza accorgersi che proprio questa sua evocazione della censura offre pallottole al nemico: “Ecco, avevamo ragione noi, con la scusa del virus le élites instaurano la dittatura”, commentano felici i no vax.
Il contesto di cui parla l’ex presidente del Consiglio è quello della pandemia in cui, secondo lui, andrebbero limitate alcune libertà – “come già accade”, ha detto – come quella di fare e di ricevere informazione. “D’altra parte è come se fossimo in guerra. Ma nessuno si è posto il problema di adeguare la comunicazione a una situazione di guerra. Credo che, andando avanti la pandemia o in futuri disastri per la salute, bisognerà trovare un sistema che dosi dall’alto l’informazione”. Che deciderà il modo con cui farlo? “Il governo ispirato e istruito dalle autorità sanitarie“, risponde Mario Monti.
Sulle parole dell’ex premier è scoppiata la polemica, tanto che alla festa de Il Foglio, Monti è tornato sull’argomento per difendersi: “Nessuna censura, piuttosto un nuovo ruolo dell’informazione in una situazione di emergenza. Noi abbiamo già accettato di buon grado limitazioni mai immaginate alla nostra libertà di movimento; diciamo di stare in guerra ma appunto c’è da chiedersi in questa guerra in un sistema democratico come si affronta l’emergenza? È confacente che ogni canale tv dedichi 10-15 ore al giorno a questi temi?”, si chiede. “Questo è il tema che ci dobbiamo porre e che tocca tutti, anche il potere politico e gli utenti. E non è perché tocca il mondo dell’informazione che va considerato un tema illegittimo e dissacrante”.