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In Italia le cose sono sempre complicate da dire, da fare, da capire. Anche le più semplici. Soprattutto le più semplici. E accade che parte del mare Adriatico non si riesce a capire se è inquinato oppure no.

La storia è semplice, ma la comprensione molto difficoltosa. Stando a quando riferito dal vice sindaco di Pescara, Enzo Del Vecchio, “lo scorso 28 luglio, alle 22,30, l’Aca ci ha comunicato la rottura della condotta fognaria di via Raiale con relativo sversamento nel fiume di Pescara”. E precisa:“nella stessa giornata del 29, in mattinata, l’Arta ha proceduto al campionamento a distanza di poche ore dallo sversamento. Nel pomeriggio dello stesso giorno l’Aca ci ha comunicato la riparazione del guasto”

Dunque, per l’amministrazione comunale pare tutto a posto. E, anzi, proprio Del Vecchio ha invitato a non fare troppa caciara sull’argomento per evitare allarmismi nella popolazione. 

Peccato che Del Vecchio non abbia fatto i conti con i Social che, per una tv che rassicura sulla vicenda, ci sono migliaia di cittadini che, a quanto pare, portano prove sul probabile inquinamento del mare. Intanto già il 29 luglio, in seguito alle analisi effettuate dall’Arta, è stato rilevato un peggioramento dell’acqua di quattro volte il limite massimo stabilito per legge.

Perché i divieti di balneazione non sono scattati?

Eppure nelle analisi condotte dall’Agenzia regionale per la Tutela dell’Ambiente erano risultati presenti escherichia coli ed enterococchi. In realtà, l’Arta effettuò le prime analisi anche ad aprile scorso e risultò che gli agenti inquinanti c’erano ed erano molto alti.

Perché nessuno ha comunicato nulla?

Intanto turisti e bagnanti si sono immersi in acqua senza sapere che l’acqua era inquinata. La rottura di una tubatura degli scarichi fognari ha fatto finire in mare di tutto e, almeno fino al primo di agosto non se n’è saputo nulla. Nessun allarme da parte di vigili, ambientalisti e politici.

Perché? Mistero.

Intanto nelle analisi diffuse ieri dal Comune ed effettuate il primo agosto, i risultati sono miracolosamente scesi al di sotto dei limiti di legge. E, comunque, il direttore dell’Aca Lorenzo Livello è tranquillo:Lo sversamento in mare della condotta fognaria può aver contribuito solo per l’uno per cento all’aumento dei valori dei colibatteri”

Ma c’è dell’altro. Livello non attribuisce l’inquinamento alla rottura della tubatura quindi le cause sono da ricercare altrove. Sì, ma dove? Se non lo dice l’Arta chi lo dice?

Intanto, Armando Foschi, portavoce di Fratelli d’Italia, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Pescara relativamente al presunto inquinamento delle acque. “Da alcuni giorni – si legge – la stampa riporta notizie in merito a casi di gastroenterite che avrebbero colpito molte persone, in particolare bambini, dopo aver fatto il bagno al mare. Tanti sembrano essere anche i casi di dermatiti, causati sempre dall’acqua marina. Sempre secondo gli organi di informazione, una segnalazione evidenzia la presenza di ‘Impetigine’: una infezione contagiosa dovuta a germi piogeni che colpisce specialmente i bambini piccoli aggredendo gli strati superficiali della cute, volto e arti. Per alcuni pediatri la causa è lo stafilococco, probabilmente presente nell’acqua del mare e in parte anche sulla sabbia”.

Intanto su Facebook si continua a postare immagini di bimbi che dopo il bagno al mare hanno avuto piaghe sulla pelle. L’ultima quella di un bimbo con un grosso sfogo sul viso.

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