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Tra poche ore i giudici della Corte d’Appello dell’Aquila sentenzieranno su quello che, per alcuni aspetti, è stato paragonato a un altro caso Tortora. Antonio Del Furbo

Ottaviano Del Turco: il socialista italiano senza macchia 

Ne sono convinti, ad esempio, i gestori della pagina Facebook “Verità e Giustizia per Ottaviano Del Turco” nata il 16 aprile 2012 con lo scopo di riflettere su questa ed altre simili vicende” che ha mischiato “malagiustizia, sommari processi mediatici e prove fantasma che portano alla reclusione preventiva in isolamento una persona per 28 giorni”.   

E di questo, pare, se ne sia convinto anche il procuratore generale dell’Aquila, Ettore Picardi, ovvero l’accusa al processo d’Appello. Ci sono riscontri patrimoniali che mancano, soprattutto per l’imputato Del Turco” tali, appunto, da far chiedere alla stessa accusa uno sconto di pena per l’ex governatore d’Abruzzo da 9 anni e mezzo a 6 anni.

“Una Giunta che doveva essere fatta fuori perché operava contro operazioni illegittime di alcune delle cliniche private” ha sostenuto l’avvocato Giandomenico Caiazza, difensore di Del Turco.

“Ci arrivano adesso – spiega Pierluigi Battista sul Corriere parlando dell’accusa del processo aquilano – meglio tardi che mai”. Un uomo “costretto a dimettersi nel 2008, dopo essere stato arrestato nottetempo, come i peggiori malfattori” per delle prove che “non si trovano, non si sa nemmeno se esistano” aggiunge Battista. Quindi l’affondo:“lo sapevano tutti, bastava solo informarsi e non uniformarsi a priori ai bollettini stampa della Procura. Solo l’accusa, i giornali forcaioli e i giudici della sentenza di primo grado non se n’erano accorti”.

E le prove schiaccianti? E la montagna di carte? E perché sono stati chiesti supplementi d’indagine se le prove erano così schiaccianti? E infine: conterà qualcosa se uno dei principali accusatori di Del Turco è stato condannato a 10 anni per il crac della sua azienda?

“Io sono innocente! Lo gridano le carte, lo gridano i fatti che sono emersi in questo dibattimento. Io sono innocente! Spero, dal profondo del cuore, che lo siate anche voi.” Diceva Enzo Tortora morto di giustizia mentre gli accusatori facevano eccellenti carriere.

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