Renzi-Mancini, la caduta di Vecchione, i regali, le poltrone e la bomba in arrivo
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Il prefetto Gennaro Vecchione, direttore del Dipartimento per le informazioni e la sicurezza fino alle 19 di mercoledì, e del suo dirigente ancora in servizio, Marco Mancini è una storia che non finirà presto.

Gli effetti dell’incontro tra Matteo Renzi e Mancini ha portato al cambio del vertice del Dis e all’interruzione del servizio di scorta – disposta dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Franco Gabrielli – a Mancini visto che nessuno, al momento, ha spiegato l’oggetto di quell’incontro.

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La faccenda ha convinto Palazzo Chigi ad accelerare la nomina di Elisabetta Belloni.

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Ieri, il Copasir ha deciso formalmente di chiedere alla Presidenza del Consiglio di autorizzare un’indagine interna al Dis che accerti le mosse di Mancini all’interno del Dipartimento. Si racconta, ad esempio, che nella sua veste di revisore delle spese delle due Agenzie, Aise e Aisi, sia solito a un ostruzionismo nelle autorizzazioni spesso strumentale. E la catena di anomalie che hanno accompagnato il suo infelicissimo e sfortunatissimo rendez vous in autogrill con l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi il 23 dicembre dello scorso anno .

L’audizione di Vecchione al Copasir

Vecchione, con l’accordo di Giuseppe Conte, nel novembre 2018 lo paracadutò a capo dei Servizi. Lo scorso 11 maggio, alle 14.45, l’allora ancora direttore del Dis prendendo posto di fronte al Copasir, il Comitato Parlamentare di controllo dei Servizi, non ha avuto nulla da dire. Peggio, ha deciso di trasformare l’audizione in uno spettacolo che offende l’intelligenza di chi lo ascolta. Alle 16.30, viene interrotto con una certezza condivisa da tutti i commissari presenti. Vecchione non può restare al suo posto un minuto di più. E Mancini è un problema.

Vecchione comunica che l’abboccamento del 23 dicembre tra il suo dirigente e Renzi è “ascrivibile al rango di incontro privato”. “Uno scambio di auguri con la consegna di Babbi Natale di cioccolato”. Dalla cartellina che ha con sé estrae uno scartafaccio di appunti su norme che disciplinano il grado di segretezza degli atti e le immunità funzionali dei nostri agenti. Chi lo ascolta trasecola. E abbozza le prime domande: esiste una relazione di Mancini sull’accaduto e Vecchione è in grado di produrla? “No”. Ancora: se è vero, come accredita anche Vecchione, che si trattava di un incontro privato, perché scegliere un luogo pubblico come un autogrill, perché andarci scortati e, soprattutto, perché Mancini ha una scorta? Vecchione, che dovrebbe saper rispondere, farfuglia: “Non so. Mi informerò con Aisi, che è l’Agenzia che provvede. Forse per il caso Abu Omar…”.

I nomi in lizza il 23 dicembre

In quei giorni di vigilia di festa ballano le nomine di 3 vicedirezioni nei Servizi. E Mancini, cui una di quelle vicedirezioni è stata promessa da Conte, bussa a qualunque porta. Anche a quella di un vecchio amico, il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri. È il magistrato a chiamare Renzi pregandolo di incontrare Mancini che, evidentemente, in quella vigilia di Natale, comincia a sentire puzza di morto a Palazzo Chigi e ritiene utile un appoggio per la nomina anche da chi ha di aperto la crisi di governo mettendo in mora Conte.

Vecchione davanti al Copasir tira dritto. Dice: “Renzi e Mancini? So che hanno un rapporto molto stretto e che Mancini ha lavorato anche per Renzi, in passato”. Il Comitato è sbalordito. Vecchione aggiunge: “Mah, che posso dirvi… Io sono arrivato al Dis solo nel 2018 e dunque sul prima non so essere preciso…”. Conferma tuttavia al Copasir di aver appoggiato lui, “avendone parlato personalmente con Conte” la nomina di Mancini alla vicedirezione del Dis o di un’Agenzia. Poi alla domanda sul fatto che un suo dirigente del Dis si sia fatto riprendere da una insegnante in un autogrill – che poteva essere anche una spia straniera con icrofono direzionale – dice: “In effetti, capisco la sua domanda”. Il Comitato insiste. È almeno possibile sapere se dietro quel video non ci sia un’operazione di spionaggio interna al Servizio? “Mi informerò”, dice lui.

Ma ormai Vecchione è fuori.

Nel frattempo Report annuncia importanti rivelazioni nella prossima puntata. La Spy story non finisce qui.

Un pensiero su “Renzi-Mancini, la caduta di Vecchione, i regali, le poltrone, Gratteri e la bomba in arrivo”
  1. E’ troppo strana questa storia dei Babbi Natale piene di creme . . come mai il COPASIR non ha sentito pure Renzi ? dal momento che ne ha tutte le facoltà ?

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