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Sei giorni di cassa integrazione ordinaria per i 6.200 lavoratori della Sevel di Atessa nel periodo che va dal 26 aprile al 6 maggio.

Mentre gli operai della Val Di Sangro continuano a sperare ingenuamente che la “Vallata della morte” non torni tale, arriva il blocco della produzione nello stabilimento più grande d’Europa. Chissà quando i sindacati si decideranno a riferire ai suoi iscritti che ben presto, il polo industriale voluto da “zio Remo” sta vivendo ormai la fase di pre-morte. Fa comodo un pò a tutti tenere gli animi degli operai sotto controllo con psicofarmaci tranquillanti tipo le chiacchiere di qualche sindacalista o qualche politico, ma purtroppo per chi lavora, la situazione è drammatica. La produzione come concetto è finita. «La cassa integrazione non è un bel segnale», commentano dal Lingotto in merito al provvedimento annunciato giorni fa ai sindacati. Che intuito! A differenza del primo trimestre del 2012, quando i blocchi produttivi di gennaio e febbraio furono dovuti a neve e sciopero dei tir, la Sevel ha lavorato a pieno ritmo finora. Sindacati e fonti vicine all’azienda parlano di quota 201mila furgoni per l’anno in corso, un obiettivo in leggero calo rispetto al dato del 2012 (203mila furgoni). I 6.200 dipendenti della Sevel nel periodo di cassa integrazione parteciperanno a dei corsi di formazione di sicurezza sul lavoro: primo turno 29-30 aprile, secondo 2-3 maggio, per un totale di 16 ore ciascuno. A quanto pare il delirio sindacal-politico durerà ancora per molto.

 

di Antonio Del Furbo

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