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L’occasione è stata quella del luglio scorso quando arrivò in città il trapper di Cinisello Balsamo. 

“Sciroppo cade basso come l’MD, bevo solo Makatussin nel bicchiere, solo 20 anni che in questo mondo sto in piedi. Non è che sono rimasto con 20 denti, ya-ya”.

Questo è un estratto del testo di Sciroppo, un brano contenuto in uno degli album del trapper Sfera Ebbasta, ovvero Gionata Boschetti, trapper italiano. È salito alla ribalta grazie alla pubblicazione dell’album XDVR, inciso con la collaborazione del produttore discografico Charlie Charles. Boschetti, in ogni intervista, ha sempre detto di esere scampato al peggio grazie allla musica: la sua è stata un’infanzia difficile soprattutto per questioni familiari. Oggi Sfera Ebbasta, che del rap ha sposato la variante dadaista e disimpegnata, in cui promuove l’ostentazione della ricchezza e il consumo di droghe non convenzionali, è tornato alla ribalta delle cronache dopo la tragedia in una discoteca a Corinaldo, vicino ad Ancona, in cui sei persone sono morte schiacciate dalla calca mentre tentavano di fuggire dal locale in cui doveva esibirsi dopo che qualcuno aveva scatenato il panico con uno spray urticante.

Nel breve testo che abbiamo riportato Sfera inneggia a due tipi di droghe: il Makatussin e l’Md.

Il Makatussin, un cocktail di sciroppo e gassosa, è conosciuto come “purple drunk”, per il colore violaceo: produce effetti sedativi e psicoattivi. Una droga legale e a basso costo. L’MD è, invece, una sostanza psicoattiva appartenente alla classe delle feniletilamine, dagli spiccati effetti stimolanti. È un composto semisintetico ottenuto comunemente a partire dal safrolo, uno degli olii essenziali presenti nel sassofrasso, nella noce moscata, nella vaniglia, nella radice di acoro, e in diverse altre spezie vegetali.

C’è poco da essere entusiasti quando un personaggio del genere propone riferimenti di questo tipo. Ancor meno, c’è da essere entusiasti, quando qualche assessore, magari spinto dall’ego estremo, ritiene importante “veicolare la cultura musicale ai più giovani, portando in città eventi a loro dedicati.” A dirlo, in una calda giornata del luglio scorso, l’assessore comunale a Turismo e Grandi eventi del Comune di Pescara, Giacomo Cuzzi. Come se non bastasse, Cuzzi precisava, riferendosi ai giovani, che Sfera ebbasta è il loro idolo, l’artista del momento, che grazie ai social è riuscito a creare un fenomeno, in cui molti giovani trovano ispirazione”. Quindi, orgogliosamente, rivendicava il fatto che “Pescara è citata da mesi come unica data abruzzese e fra le poche del centro sud per nomi straordinari come quello di Sfera Ebbasta”. Sul sito ufficiale del Comune si leggeva:“Di Sfera Ebbasta parlano tutte le classifiche: è considerato come uno dei migliori rapper della nuova scena contemporanea italiana e internazionale, un vero re della Trap music all’italiana, è di certo il fenomeno musicale del momento, con oltre 1.500.000 follower solo su Instagram ed è anche il primo artista italiano ad aver conquistato record di plays streaming del mondo su Spotify.”

Entusiasmo anche a Roma quando, un gasatissimo assessore alla Cultura di Roma Capitale, Luca Bergamo, presentava il cartellone degli eventi con Sfera Ebbasta come “la migliore risposta al tormentone di un anno fa sulla mancanza di grandi eventi a Roma”. E sottolineava Bergamo:“Avevamo detto che li avremmo fatti quando saremmo stati capaci di ridistribuire su tutta la città il valore che questi grandi eventi creano. E così è stato, grazie a collaborazioni tra pubblico e pubblico e tra pubblico e privato”.

È possibile che le istituzioni debbano rincorrere i grandi numeri e farsi promotori di una cultura giovanile di questo tipo? È possibile che, sempre le istituzioni, debbano promuovere personaggi simili guardando da un’altra parte, ovvero all’ego e al curicculum personali?

La distrazione ci sta costando molto cara e tutti, prima o poi, ne pagheremo le conseguenze. 

“Il concerto di ieri non sarà un episodio isolato, come assessorato abbiamo intenzione di programmare altri appuntamenti, non solo estivi, affinchè i nostri ragazzi abbiano degli spazi ritagliati a misura, dove incontrarsi, socializzare, stare insieme e condividere una passione”, concludeva Cuzzi nell’intervista. 

Speriamo che i prossimi artisti non veicolino messaggi “d’amore” come Sfera Ebbasta.

 

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