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Se in Italia a decidere le sorti dei malati (e non solo) sono, come sempre, giudici e procuratori, nel resto del mondo contano solo i dollari che, raccontano dalla parti di Novartis, servono per “scoprire, sviluppare e rendere disponibili farmaci innovativi per curare le malattie, ridurre le sofferenze e migliorare la qualità della vita”.

Peccato che la stessa Novartis ammetta di voler “garantire, attraverso performance di alto livello, un ritorno economico ai nostri azionisti”. Ecco, quindi, che il colosso di Basilea mette sul piatto dei soliti israeliani ben 35 milioni di dollari per assicurarsi il 15% di Gamida Cell, “leader mondiale nei prodotti di terapia cellulare per il trapianto e la medicina rigenerativa di cellule staminali”. 

Novartis, però, mira in alto. Molto in alto. Il colosso svizzero è pronto ad acquisire il 100% di Gamida Cell ad un patto: che gli ebrei raggiungano determinati obiettivi con lo sviluppo di Nicord. Nel caso arriveranno nelle tasche degli israeliani fino a 435 milioni di dollari. “Gamida Cell prevede di sviluppare NiCord per il trattamento di pazienti con una varietà di malattie che sono attualmente in trattamento con trapianto di midollo osseo e in cui un trapianto di alta qualità disponibile può fornire una opzione di trattamento per i molti pazienti senza un donatore compatibile. Questi includono la malattia falciforme, talassemia, neoplasie ematologiche come la leucemia e lymphome, gravi malattie autoimmuni e rare malattie metaboliche genetiche”. 

Una montagna di soldi che sono spiccioli per un’azienda quotata in borsa con un fatturato (2010) di 50,624 miliardi di dollari. Un’azienda che ha detenuto la  Gerber Products Company compagnia di prodotti alimentari per bambini e neonati venduta poi per quasi 6miliardi di dollari alla Nestlè.

La Novartis, per intenderci, è l’azienda che ha detto ‘no’ alla fornitura di vaccini gratuiti alle popolazioni povere per contrastare l’epidemia del 2009.

Nessun procuratore s’indigna? Eppure in Italia la Novartis ha ben 6 sedi.

Antonio Del Furbo

 

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