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25 aprile, festeggiamo la liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Cosa rimane da combattere oggi?

25 aprile, festeggiamo la liberazione dell'Italia dal nazifascismo. Cosa rimane da combattere oggi?

Il sessantanovesimo anniversario della Liberazione ci porta a riflettere sul significato attuale di fascismo e antifascismo.

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Oggi commemoriamo il sessantanovesimo anniversario della Liberazione, un momento cruciale che ci richiama alla memoria i capisaldi della resistenza.

25 aprile. In un’epoca in cui l’immagine dei protagonisti sfila davanti ai nostri occhi attraverso fotografie, è inevitabile interrogarci sul significato odierno del fascismo e dell’antifascismo.

Tuttavia, l’attuale inclinazione è quella di relegare questi concetti in un limbo retorico. Le celebrazioni si tramutano in canti, rivendicazioni di discendenza, e richieste di abiura. Sembra un riflesso condizionato, un tentativo di appropriarsi delle virtù, del coraggio e degli ideali dei nostri predecessori.

Il fascismo, dunque, è scomparso?

Forse il fascismo tradizionale ha ceduto il passo, ma nuove forme emergono. Questi “nuovi fascismi” prosperano sull’illiberalità e sull’oppressione, mirando a sopraffare gli onesti cittadini rispetto agli emarginati e ai delinquenti, agli italiani rispetto agli stranieri, agli innocenti rispetto ai detenuti. Sono molteplici, sono insidiosi, sono pericolosi. Poiché minano la fondamentale conquista del 25 aprile: la libertà.

Ma l’antifascismo persiste?

Conserva ancora un significato? Sì, solo se ritrova la sua essenza autentica, quella che si oppone a tutte le forme di fascismo. L’antifascismo autentico rifiuta il totalitarismo, respinge la pretesa di superiorità morale e combatte la repressione, la xenofobia, il razzismo e il dispotismo. Altrimenti, perde il suo scopo e la sua anima, diventando un vuoto grido di tradizione o una maledizione rivolta ai nemici, che ricorda più il fascismo stesso.

Il Paradosso delle Carceri Italiane: tra incremento di detenuti e decadenza dell’illiberalità

Le carceri italiane ospitano oggi circa 60.000 individui, il doppio rispetto agli anni ’70 e ’80, nonostante un tasso di criminalità inferiore. Questo aumento vertiginoso dei prigionieri solleva interrogativi sulla natura della nostra società. La stragrande maggioranza dei detenuti potrebbe essere liberata, essendo o innocenti o non pericolosi. Il persistere della loro detenzione equivale a una forma di tortura, e affermarlo con chiarezza significa riconoscere la presenza di un fascismo moderno, celato dietro le mura delle prigioni.

Centri per il rimpatrio: le carceri nascoste sotto il mantello dell’immigrazione

I cosiddetti Centri di Permanenza per il Rimpatrio, comunemente noti come Cpr, rappresentano una realtà oscura. Pur camuffati come luoghi di “trattenimento” per richiedenti asilo, in realtà fungono da prigioni, dove migliaia di individui vengono rinchiusi senza processo né condanna. Il progetto di espandere questi centri, incluso l’apertura di una struttura mastodontica in Albania, evidenzia una deriva fascista nel trattamento degli immigrati.

Il 41 Bis: quando la legge diventa strumento di oppressione

Il regime carcerario del 41 bis, comunemente noto come “carcere duro”, viola palesemente i diritti umani fondamentali e il senso stesso di umanità. Questo regime, istituito per fronteggiare un’emergenza mafiosa ormai tramontata, persiste nonostante le sue violazioni costituzionali e internazionali. La sua pratica di isolamento prolungato, come nel caso di Raffaele Cutolo, è inequivocabilmente tortuosa e riflette un’essenza fascista.

Repressione delle proteste studentesche: quando la verità è sovvertita

Le recenti manifestazioni studentesche a favore del popolo palestinese hanno evidenziato un’altra sfaccettatura del fascismo moderno: la repressa libertà di espressione. Le forze dell’ordine hanno brutalmente attaccato queste proteste, invertendo la verità e descrivendo gli studenti come gli autori della violenza. Questa manipolazione della narrazione riflette un atteggiamento fascista che mina i principi democratici.

In sintesi, il 25 aprile ci spinge a riflettere non solo sul passato, ma anche sul presente e sul futuro della nostra società. Il persistere di forme di oppressione e violazione dei diritti umani ci ricorda che la lotta contro il fascismo è una battaglia costante, che richiede un impegno continuo per difendere la libertà e la dignità di tutti gli individui.

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