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Charlie Hebdo: mercoledì le nuove vignette su Maometto. Il video della riunione di redazione del 2006

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Di nuovo in edicola e, pare, più determinati di prima. I vignettisti di Charlie Hebdo sono pronti per la sfida di mercoledì con copie in tiratura speciale.

Il settimanale diffonderà un milioni di copie e sarà tradotto in 16 lingue. Gli obiettivi da colpire sempre gli stessi: politica e religione. Le nuove vignette prenderanno di mira l’Islam e Maometto.

Ovviamente i bersagli di Charlie saranno molti altri, come sempre, dalla politica, alla società, comprese le altre religioni. Richard Malka, l’avvocato di Charlie Hebdo, dice che il nuovo numero prenderà in giro tutti, anche quelli che hanno partecipato alla manifestazione di Parigi.  “Charlie – ha spiegato – vuol dire diritto alla blasfemia”. La sua anima è quella di far arrabbiare insomma, oggi più di ieri. 

Il giornale è già stato chiuso e partirà in stampa tra poco. “Mercoledì i lettori troveranno le loro copie nei chioschi di tutta la Francia e del mondo” ha aggiunto Malka. “È un inno alla vita”. 

Nessuno, quindi, autorizzerà mai Charlie a criticare un ebreo, un musulmano o un cristiano: è un permesso che bisogna prendersi da soli sostiene ancora Malka. “Si deve dire tutto quello che si vuole, perché al di là delle parole ogni religione ha i suoi peggiori orrori da nascondere. Metterò tutta la mia anima e la mia energia per fare in modo che ci sia un futuro per Charlie” ha concluso. Al settimanale sono già arrivati 500mila euro di contributi.

 

Gérard Biard: il nuovo direttore

“Nessun piangersi addosso, sarà un numero commemorativo”, ha spiegato il nuovo direttore Gérard Biard. Un video del 2006 racconta la vita di redazione del settimanale. I vignettisti decidono la copertina e le vignette su Maometto. Il video, pubblicato dal New York Times, mette in luce l’atmosfera e le preoccupazioni politiche ed editoriali dei giornalisti e dei disegnatori del giornale.

 IL VIDEO DELLA RIUNIONE DI REDAZIONE

Nella strage del 7 gennaio hanno perso la vita: Jean “Cabu” Cabut, Bernard “Tignous” Verlhac e Georges Wolinski.

ZdO