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Il complotto secondo Amicone

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La Regione Abruzzo “chiede” soldi al direttore dell’Arta

In quelle rare volte che la politica decide qualcosa a vantaggio dei cittadini c’è sempre qualcuno o qualcosa che tende ad ostacolare queste scelte, oseremmo dire, esemplari. Cosicché la Regione Abruzzo nel momento che decide di applicare la legge numero 40 del 2011 che prevede il divieto di cumulo agli ex-consiglieri regionali che percepiscono un vitalizio per una eventuale nomina alla carica di presidente (o vice) e direttore generale di tutti quegli enti che dipendono dalla Regione, c’è qualcuno che grida “all’occupazione militare”.

Il direttore dell’Arta, Mario Amicone, si è sentito preso di mira gridando subito al complotto. E già perchè il direttorissimo sostiene che la legge sia stata applicata appositamente per farlo fuori dall’ente. Secondo Amicone, insomma, si tratterebbe di una questione politica perchè qualcuno voleva soffiargli il posto e, ovviamente, chi sia questo audace ladro di poltrone il direttore si è visto bene dall’indicarlo come anche dal definire i motivi per “buttarlo fuori” dall’Arta.

Però non ha perso tempo nemmeno un minuto per sottolineare che lui, nonostante tutto, è rimasto ben ancorato al suo posto addirittura rimettendoci di tasca propria, visto che l’attuale stipendio di 2mila 800 euro è di mille euro inferiore del suo vitalizio. Ora, una persona di buon senso si chiederebbe perchè l’ex sindaco di Miglianico ha scelto di rimanere al suo posto dopo che la proposta è diventata legge e non ha lasciato il suo incarico evitando così di ridare alla Regione 60mila euro.

L’ex assessore forse avrebbe potuto razionalizzare meglio la questione e dimettersi dall’Arta subito dopo l’entrata in vigore della legge. Anche perchè con un vitalizio di 3mila 800 euro al mese si “dovrebbe” vivere bene.

 

di Antonio Del Furbo

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