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L’inviato Rai, Daniele Piervincenzi, aggredito con la troupe a Rancitelli (Pe)  

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Daniele Piervincenzi, Sirio Timossi e David Chierchini  sono stati aggrediti a Pescara mentre preparavano un’inchiesta sui clan in periferia.



La troupe del nuovo programma di Rai2, Popolo sovrano, è stata prima minacciata e poi malmenata da un gruppo di abitanti del quartiere Rancitelli.

“Piervincenzi e la troupe di Popolo Sovrano erano entrati in un complesso di case Ater chiamato ‘Ferro di cavallo’, – spiega la Rai – considerato la principale piazza di spaccio di Pescara e dell’Abruzzo, per fare delle domande su come si vive nel quartiere: all’improvviso sono stati minacciati e successivamente aggrediti.”

Popolo Sovrano è il nuovo programma condotto da Alessandro Sortino e Eva Giovannini con Daniele Piervincenzi, andrà in onda domani, giovedì 14 febbraio, alle 21.20 su Rai2.

Qualche giorno fa sul posto era arrivato il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che aveva garantito di occuparsi della questione Rancitelli.

Il giornalista (allora di ‘Nemo’) fu vittima 15 mesi fa dell’aggressione del boss di Ostia, Roberto Spada, fratello del boss Carmine, infastidito dalle domande di Piervincenzi sul suo presunto sostegno a Casapound nella campagna elettorale per il rinnovo del consiglio municipale. Il video della testata che gli fratturò il naso ha fatto il giro d’Italia del mondo, e Spada è stato poi condannato a sei anni, con l’aggravante del metodo mafioso. “Ero stato messo in ghiacciaia dopo i fatti di Ostia” ha detto Piervincenzi.

All’epoca della testata, Piervincenzi, il servizio lo stava facendo per Nemo ma era  contrattualizzato da Fremantle, la società che produceva Nemo, dove era arrivato dopo anni a La7.

Dal giugno scorso ha un contratto annuale  Rai da conduttore, ma, racconta, ha dovuto aspettare fino ad oggi per agguantare ufficialmente quel ruolo: “Prima avrei dovuto condurre un programma sul bullismo, ma è stato cancellato”.

Nella prima puntata racconterà degli immigrati sgomberati dalla fabbrica occupata Penicillina, di Roma. “Lì vivevano 500 persone ma al momento dello sgombero ce n’erano solo 37. Gli altri sono diventati degli zombie, noi raccontiamo dove sono andati e cosa fanno dopo il decreto sicurezza. Vivono a poche centinaia di metri dall’ex fabbrica,  alcuni dormono sui bus fermi, altri nella stazione della metro Rebibbia. Si mantengono in qualche modo pulendo con la pietra pomice e il sapone le scarpe usate e rivendendole nei mercatini. Quello che più temevano, quando siamo andati lì con le telecamere, era che le loro immagini arrivassero nei loro paesi, in Africa. Perché ai loro parenti hanno fatto credere di avercela fatta”. 

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