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La Bce contro il governo italiano: “il cashback incide negativamente”

La Bce contro il governo italiano: "il cashback incide negativamente"

La Banca centrale europea richiama l'Italia sul cashback. Yves Mersch, ha inviato al ministro dell'Economia una lettera il 14 dicembre

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La Banca centrale europea bacchetta l’Italia. A suo giudizio, il cashback “compromette l’obiettivo di un approccio neutrale nei confronti dei vari mezzi di pagamento disponibili”.

La Bce in sostanza “ritiene che l’introduzione di un programma cashback per strumenti di pagamento elettronici sia sproporzionata alla luce del potenziale effetto negativo che tale meccanismo potrebbe avere sul sistema di pagamento in contanti“.

Il vero volto del Cashback, ovvero tasse per le imprese

È quanto si legge in una lettera che il responsabile della vigilanza della Banca centrale europea, Yves Mersch, ha inviato al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri il 14 dicembre.

La lettera

Nella lettera Mersch puntualizza che in base alle regole europee  le autorità nazionali sono tenute a consultare la Bce su progetti di disposizioni legislative che rientrino nelle sue competenze, comprese, in particolare, quelle relative a mezzi di pagamento.

“La Bce apprezzerebbe che le autorità italiane tenessero in debita considerazione i rilievi che precedono adempiendo in futuro al proprio obbligo di consultare la Bce, se del caso”.

La lettera poi riconosce che

“incentivare le transazioni per mezzo di strumenti di pagamento elettronici per l’acquisto di beni e servizi allo scopo di combattere l’evasione fiscale  può, in linea generale, costituire un ‘interesse pubblico’ che giustifichi la disincentivazione e la conseguente limitazione dell’uso dei pagamenti in contanti”.

Nella lettera di “richiamo al governo italiano” si legge ancora:

“Le limitazioni dirette o indirette ai pagamenti in contanti dovrebbero altresì essere “proporzionate” agli obiettivi perseguiti e dovrebbero limitarsi a quanto necessario per conseguire tali obiettivi, specialmente alla luce del fatto che le misure di cui al decreto del Mef potrebbero spingere i soggetti aderenti a competere per il più alto numero di transazioni effettuate, che, in definitiva, favorirebbe gli aderenti che effettuano un alto numero di transazioni per importi limitati (ossia importi che altrimenti potrebbero essere pagati in moneta)”.

E, prosegue ancora Mersch:

“Dovrebbe inoltre tenersi presente che la possibilità di pagare in contanti rimane particolarmente importante per taluni gruppi sociali che, per varie legittime ragioni, preferiscono utilizzare il contante piuttosto che altri strumenti di pagamento. Il contante è altresì generalmente apprezzato come strumento di pagamento in quanto, quale corso legale, è ampiamente accettato, è rapido e agevola il controllo sulla spesa di chi paga.

“Costituisce, inoltre, un mezzo di pagamento che consente ai cittadini di regolare istantaneamente un’operazione ed è l’unico metodo di regolamento in denaro della banca centrale e al valore nominale per il quale non sussiste la possibilità giuridica di imporre tariffe per il suo utilizzo”.

Immediata è arrivata la replica da parte del Governo.

Secondo fonti del ministero dell’Economia “la missiva sul cashback inviata dall’ex membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea, dottor Yves Mersch, non desta né preoccupazione né ripensamenti rispetto all’iniziativa del governo italiano. Le argomentazioni hanno un carattere puramente formalee sono per loro natura non vincolanti”.

Le fonti proseguono rilevando che “le posizioni del dottor Mersch in materia sono note ed esprimono una corrente d’opinione tradizionale, sempre meno rilevante all’interno della Bce e nel contesto europeo, dove invece è molto forte e incisivo l’impegno per modernizzare il sistema finanziario e per una maggiore diffusione dei pagamenti digitali. I rilievi formali espressi da Mersch non appaiono peraltro fondati, in quanto come è noto il cashback italiano non limita minimamente l’utilizzo del contante né penalizza chi lo usa, ma tende unicamente a incentivare gli strumenti di pagamento elettronici”.

Il testo integrale
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