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C’erano una volta, ci sono e ci saranno (non si sa per quanto tempo ancora) più di 300 sacchi ricolmi di veleni in contrada Vrenna, a Tollo.

C’erano una volta, ci sono e ci saranno (non si sa per quanto tempo ancora) più di 300 sacchi ricolmi di veleni in contrada Vrenna, a Tollo.

 

Si tratta di rifiuti tossici (oltre 500 tonnellate di sostanze derivanti da lavorazioni industriali, ad alto contenuto di piombo, arsenico, alluminio e fanghi di fogna) sversati impunemente da aziende marchigiane e del Nord-Est e che giacciono stipati in un capanno, in attesa si essere smaltiti. Un problema che non può non richiamare alla mente la discarica di Bussi dove, per anni ed anni, sono stati interrati rifiuti tossici.

Ciò che manca per mettere la parola fine al “caso Tollo” sono, come sempre, i soldi (circa 500.000 euro necessari per il conferimento definitivo dei rifiuti in una discarica autorizzata) che la Regione, da anni, promette di stanziare. Intanto, l’amministrazione comunale continua a pagare (con soldi pubblici) il monitoraggio dei sacchi mentre si scopre che alcuni valori dei rifiuti hanno già superato i parametri consentiti.

“VALORI SUPERATI MA TUTTO SOTTO CONTROLLO”

Quattro anni: tanto è passato da quando i sacconi sarebbero dovuti partire alla volta della discarica.  E invece sono rimasti lì, “sonnecchiosi”, ad abitare un capanno spento, a due passi da un manipolo di case abitate. 

I Comuni che nel tempo hanno subito gli effetti dell’ex discarica sono Tollo, Ortona, Miglianico, Ripa Teatina, Francavilla al Mare così come il torrente Dentalo, il fiume Foro ed il mare Adriatico. 

Eppure il decreto Legislativo n.4 del 2008 parla chiaro e dice che il deposito temporaneo dei rifiuti tossici deve essere limitato nel tempo e non può superare un anno.

Ma di tempo, a quanto pare, ne è passato fin troppo e la situazione non accenna a cambiare.

“In base all’ultima relazione tecnica che risale al 26 luglio 2012”, racconta il sindaco di Tollo, Angelo Radica, interpellato da Zone d’Ombra tv, “i valori sembrano in regola, fatta eccezione per il cromo totale (il cui parametro è di 53 contro limite tabellare di 50) e per il manganese, nichel e ferro che superano la soglia consentita. Basta digitare sul Web per trovare, alla voce “cromo” una carrellata di risultati, studi e ricerche che attestano la pericolosità di questa sostanza e gli effetti sull’uomo.

In particolare, l’esposizione al cromo può dar vita ad irritazione della mucosa nasale, ulcerazione del setto, gastroduodeniti, coliti e neoplasie polmonari.

C’è un nesso tra l’impennata di tumori registrata negli anni passati nelle aree di Tollo, Ortona, Miglianico e l’ex discarica?

Sul punto, il sindaco di Miglianico, Dino De Marco, è rassicurante.

“Non è possibile stabilire un collegamento tra la presenza della ex discarica ed un’impennata di tumori nelle nostre zone”, ha dichiarato a Zone d’Ombra tv, “nella nostra area  non c’è un aumento esponenziale di tumori rispetto ad altre zone che non hanno avuto contatto con l’ex discarica. Le patologie ci sono e sono in aumento ma è una questione che interessa tutto l’Abruzzo. Tre anni fa, inoltre, abbiamo commissionato un’indagine, a cura dell’istituto Mario Negri che ha confermato che nella nostra area non esiste un aumento anomalo dei tumori. Non ho mai detto che non ci fossero collegamenti ma di sicuro  non ci sono stati aumenti”.

E di nesso, tra tumori ed ex discarica, invece, parla il giornalista Gianni Lannes http://nuovosensocivico.blogspot.it/2013/05/morti-e-malati-di-cancro-nella.html, esperto in ecomafie, che raccolse una serie di testimonianze di abitanti delle zone limitrofe affetti da patologie e malformazioni,tumori al cervello, linfoma di Hodgking, cancro alla vescica, aborti spontanei, riconducibili all’esposizione a materiali e scorie di un certo tipo.

“IL COMUNE NON HA SOLDI: TASSEREMO I CITTADINI? CHI LO SA”

Numerosi sono stati gli appelli del Comune di Tollo alla Regione Abruzzo perchè stanziasse la somma necessaria che servirebbe per trasferire i sacchi in discarica tanto che, il sindaco di Tollo si è detto disponibile a cofinanziare il progetto per una parte (il 20 % o 30%) “se la Regione  individuerà nel proprio bilancio le risorse che ha o che deve avere”.

Ma a questo punto viene spontaneo chiedersi:  il Comune di Tollo sarebbe in grado di sostenere un cofinanziamento? Dove reperirà le risorse? 

Sul punto, il primo cittadino non sembra avere le idee chiare: “le casse non sono piene”, dichiara Radica a Zone d’ombra Tv, “e non so quanto potremo stanziare. Il Comune ricorrerà ad altri metodi per ottenere i fondi: metteremo tasse sui cittadini? Non lo so”.

QUELLO SPRECO DI 1000 EURO AL MESE PER IL MONITORAGGIO 

Anche se i soldi non ci sono e le casse piangono, il Comune di Tollo, ogni mese, stanzia la cifra di 1000 euro (per un totale di 12.000 euro all’anno) per il monitoraggio dei big bags (i sacconi tossici).

Si tratta di soldi pubblici (precisamente dei cittadini) che potrebbero essere tranquillamente risparmiati se solo Regione procedesse con il finanziamento.

Il messaggio che il sindaco vuole che passi chiaro però è forte e chiaro: “l’area è sottoposta ad un monitoraggio continuo da parte del Comune e non ci sono pericoli per l’incolumità pubblica”.

LE PROMESSE  ED I SILENZI DELLA REGIONE

Quello che più colpisce dell’intera vicenda sono i tentennamenti della Regione Abruzzo che si è mossa, in questi anni, tra e guizzi improvvisi e sfiancanti battute d’arresto.

Circa  un anno fa (marzo 2012), l’assessore all’Ambiente, Mauro Di Dalmazio http://www.primadanoi.it/news/cronaca/525575/Discarica-Tollo–Di-Dalmazio-si-impegna–1-mln-di-euro-a-Provincia–300-000-per-la-bonifica-.html si è mpegnato a stanziare un contributo di 200.000/300.000 euro per completare la bonifica dell’ex discarica.

Come se non bastasse, il 6 marzo di quello stesso anno, si è tenuto un incontro (l’ennesimo) tra la Provincia di Chieti, l’ufficio tecnico del dirigente Franco Gerardini, per fare il punto della situazione. Grande assente, in quella sede, l’Arta (Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente).

Il 19 giugno, ci spiega oggi il sindaco Radica, “il Comune ha mandato alla Regione una richiesta di contributo corredata da una relazione tecnica e l’assessore ha promesso che ci avrebbe dato i soldi non appena li avesse reperiti”.

Promesse, trascinatesi fino a settembre, poi a novembre, poi di nuovo a marzo…

Oltre all’assessore all’Ambiente, il sindaco di Tollo ha avuto modo di parlare con i dirigenti Antonio Sorgi e Franco Gerardini.

E’ proprio a lui, a Franco Gerardini, che abbiamo chiesto spiegazioni sul caso, incassando un fragoroso silenzio: il silenzio che spesso marca precise intenzioni.

di Marirosa Barbieri

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