Chip, l'Unione europea spinge per il raddoppio della quota di mercato. Belgio e Lituania al top per la ricerca
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L’Unione europea vuole competere con i produttori asiatici. Non solo. Il desiderio è anche quello di rafforzare l’indipendenza tecnologica dell’Unione.

La Commissione europea ha presentato oggi una iniziativa con la quale rilanciare la ricerca e la produzione di microprocessori sul territorio comunitario. Bruxelles mobilita fino a 43 miliardi di euro in denaro pubblico e privato con l’obiettivo di raddoppiare la quota di mercato europea, portandola al 20% entro il 2030.

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“Questa iniziativa cambierà le carte in tavola per la competitività globale del mercato unico europeo – ha spiegato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen –. A breve termine, la strategia che presentiamo oggi rafforzerà la nostra resilienza dinanzi a crisi future, permettendoci di evitare interruzioni della catena di approvvigionamento. Nel medio termine, contribuirà a rendere l’Europa un leader industriale in questo settore strategico”.

Il progetto presentato dalla Commissione europea prevede un rilancio della ricerca, nuove norme per proteggere i rifornimenti dall’estero e maggiore coordinamento tra i paesi membri. Nel 2020, oltre 1.000 miliardi di microprocessori sono stati prodotti nel mondo, ossia 130 chips per persona. Tuttavia la produzione delle sole auto nel 2020-2021 è calata di un terzo in alcuni paesi.

Aiuti pubblici

L’iniziativa presentata da Bruxelles prevede la possibilità di aiuti pubblici, ma solo per gli impianti ritenuti innovativi almeno in Europa. L’aiuto dovrà essere necessario, appropriato, e proporzionato. Per il resto varranno le regole tradizionali.

La proposta dell’esecutivo comunitaria prevede che nel breve termine i paesi dovranno coordinarsi per meglio prepararsi a nuove crisi di approvvigionamento. Nel medio termine, l’obiettivo sarà di rafforzare la produzione sul territorio comunitario. Nel lungo termine Bruxelles vuole migliorare la leadership tecnologica europea, puntando sulla ricerca. Per la vicepresidente della Commissione Margrethe Vestager il ruolo nella ricerca del Belgio e della Lituania è fondamentale.

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