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Lucrezio Paolini, vice presidente della Regione Abruzzo, autore dell’emendamento che avrebbe dato la possibilità ai consiglieri regionali di tenersi un anticipo del Tfr, non appare pentito della sua idea.

“I soldi per la copertura fanno riferimento a somme già accantonate e di cui abbiamo diritto” precisa Paolini. “È giusto fare un passo indietro” ammette perché “la norma  ha suscitato clamore per il forte momento di crisi”.

Risultato: norma abrogata. Ma se era tanto urgente perché i consiglieri hanno fatto un passo indietro? Forse perché sono diventati rossi dalla vergogna dell’ennesima porcata che si voleva portare a termine in completo silenzio? Forse. Nella bolgia del consiglio regionale non si dà pace Maurizio Di Nicola, consigliere del Centro Democratico.

Di Nicola procede dritto al cuore del problema: la colpa è della stampa colpevole del travisamento della vicenda. E ti pareva. “Col Tfr o si è d’accordo o si è contrari. Esiste una legge e non ha senso proporre l’abrogazione della norma”. Si tratterebbe di capire, allora, come mai Di Nicola non abbia ‘sposato’ l’idea dei grillini che da mesi chiedono l’abolizione completa del Tfr contestualmente al dimezzamento degli stipendi del consiglieri. Stranamente la legge non è stata ancora discussa.

In tanti, comunque, hanno gioito a prescindere da questa norma ormai abrogata. Su circa 30 milioni messi a bilancio dalla Regione Abruzzo per il 2014, 1milione e 600mila sono destinati al Tfr.

Chi sono i visi sorridenti che hanno depositato sul conto quasi 31mila euro e che sicuramente faranno un ottimo Natale?

Walter Di Bastiano, Emilio Nasuti, Antonio Menna, Maurizio Acerbo, Emiliano Di Matteo, Nicoletta Verì, Nicola Argirò, Carlo Costantini, Gino Milano, Giuseppe Di LucaLuigi De Fanis, Alessandra PetriLanfranco Venturoni, Riccardo Chiavaroli, Claudio Ruffini, Luca Ricciuti, Berardo Rabbuffo, Camillo Sulpizio, Antonio Saia, Carlo Masci, Giandonato Morra, Gianfranco Giuliante e Luciano Terra. 

E non è finita qui. Alcuni di loro hanno iniziato a percepire anche una pensione che parte dagli oltre 3milla euro mensili di Angelo Di Paolo fino ai 5mila di Giuseppe Tagliente.

Di cosa vogliamo parlare?

ZdO

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