“Dopo 600 anni ci vorrebbe un altro San Giovanni. È giunto il momento di emulare questi esempi di luce e di virtù per trovare il coraggio, le risorse umane, intellettuali e morali per opporsi con forza alle moderne e più subdole forme di usura e anatocismo che causano dolore e disperazione su milioni di persone”.
Un incontro a metà tra filosofia ed economia. Tra gesta pagane e credo religioso.
Allevatori e agricoltori contro usura e anatocismo. Ci siamo. Tra pochi giorni un evento originale. Molto originale. E, infatti, gli organizzatori del Cospa Abruzzo sono chiari (e sinceri): “Non è uno scherzo, e molti non sanno che due amici, frati francescani del ‘400, Giovanni da Capestrano e Bernardino da Siena, si trovarono con grande intelligenza, coraggio e forza a combattere fianco a fianco contro l’usura”. Bene. Anzi: benissimo. Si prevedono fuochi d’artificio nella valle del Tirino. A due passi dall’Aquila – che ha da poco celebrato il quindicesimo anno di ricorrenza del terremoto – e a qualche metro dalla fantastica piana dei Navelli.
Un mix di “emozioni” e parole, immagini e analisi sul tempo che fu e che – orgogliosamente – si schianta sul tempo presente per rafforzare le lotte di una categoria che presenta il conto all’Europa dei burocrati e dei banchieri. Ma anche delle lobby. Giovanni e Bernardino, si ricorda, “Organizzarono i Monti di Pietà secondo principi morali. Ai poveri non erano richiesti pegni per ottenere prestiti. Il ‘diritto’ del povero era considerato il ‘dovere’ del ricco” spiega Dino Rossi. “E – aggiunge – l’elemosina non un regalo ma una restituzione”. Il buon Giovanni da Capestrano – giurista – scrisse “norme ancora vigenti che regolano il rapporto tra i ricchi e poveri e tra i poveri e il debito. Il potere usuraio causava conseguenze disastrose alla popolazione ma i tempi non sono migliorati, sono peggiorati. Quel potere oggi si avvale di ogni tecnologia. Giacinto Auriti pose il quesito: ‘a chi appartiene la moneta all’atto della sua emissione?’”
Per il Cospa nessun dubbio: “al popolo!”
Ma siccome la realtà è tutt’altra cosa, allevatori e agricoltori sono chiamati all’adunata presso il Convento di San Giovanni a Capestrano il prossimo 8 maggio alle ore 16:00. Tra i relatori il prof. Cesare Padovani, il dottor Benedetto Valente, il dottor Gianni Colangelo. Il tutto al fine di “comprendere e scovare i sistemi che ci affliggono e le origini del debito”.
Chissà se sacro e profano saranno in grado di ribaltare le visioni suicide di Bruxelles. Vedremo.