Bari, la triste realtà degli alloggi popolari: il caso di Filippo Cucumazzo e l'Invasione della Mafia
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Nel cuore della città di Bari, tra i peluche sugli armadi delle stanze dei bambini e i quaderni ordinati nelle librerie, si cela una realtà oscura: la presenza pervasiva della mafia.

Bari, la triste realtà degli alloggi popolari. Nel marzo 2020, le chiavi dell’abitazione di Filippo Cucumazzo, un aspirante collaboratore di giustizia fuggito dal clan Palermiti di Japigia, sono state infilate nella serratura, rivelando un’invasione che ha sconvolto la sua famiglia e scosso la comunità.

I carabinieri, rispondendo a un segnale di “rumori domestici”, hanno scoperto che la casa di Cucumazzo era stata occupata abusivamente dalla nipote del boss Eugenio Palermiti, Rossanne. Questo incidente ha gettato luce su una realtà sconcertante: negli alloggi popolari di Bari, i clan mafiosi dettano legge.

Il caso di Cucumazzo non è isolato.

Inchieste passate hanno rivelato l’interferenza della mafia negli affari degli alloggi popolari, con rapporti oscuri tra criminalità e politica che hanno minato la fiducia nella giustizia e nella sicurezza dei cittadini.

Nell’operazione ‘Codice interno’, che ha portato al carcere il capo dei Palermiti e ha coinvolto 130 misure cautelari, è emerso un quadro inquietante dei legami tra mafia e potere politico locale. Gli appartamenti dei palazzoni di Japigia sono diventati teatro di un gioco di potere, dove coloro che sono nelle liste d’attesa per gli alloggi Arca sono spesso scavalcati da persone spalleggiate da individui influenti.

Il caso di Cucumazzo, che ha portato all’accusa di Rossanne Palermiti per invasione di edificio e furto aggravato dal metodo mafioso, mette in luce la disperazione di chi cerca di costruirsi una vita onesta. E la mafia continua a tessere la sua tela intorno a loro.

La testimonianza di Patrizia Capriati, moglie di Cucumazzo, rivela il dramma vissuto dalla sua famiglia: costretta a fuggire in tutta fretta da Bari. I loro beni e ricordi saccheggiati.

È giunto il momento di porre fine a questa ingiustizia.

Le testimonianze dei pentiti e le indagini della magistratura non possono essere ignorate. È tempo di riprendere il controllo delle città e restituire la speranza a coloro che sono stati oppressi dalla presenza della mafia.

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